
Comunità energetica rinnovabile: tutto quello che devi sapere
Comunità energetica rinnovabile: cosa è, come funziona, tutti i vantaggi
Home »La transizione verso modi di produzione e consumo più sostenibili è diventata una delle grandi sfide della contemporaneità. Il riscaldamento globale e il cambiamento climatico ci pongono dinanzi ad un profondo ripensamento del modo in cui interagiamo con il nostro pianeta. Cogliendo le opportunità offerte dalle nuove tecnologie, i cittadini di tutto il mondo stanno già unendosi per riacquistare rilevanza nel settore energetico.
Come?
Attraverso azioni dirette e partecipate che mirano alla costruzione di una società più equa e sostenibile.
In vista della riduzione delle emissioni di carbonio, si stima che 264 milioni di cittadini U.E. entreranno nel mercato dell’energia come prosumer. Costoro potranno generare fino al 45% dell’elettricità rinnovabile complessiva del sistema.
Ma cosa s’intende per prosumer? Il prosumer è l’utente che non si limita al ruolo passivo di consumatore (consumer), ma partecipa attivamente alle diverse fasi del processo produttivo (producer). In pratica, il prosumer è colui che possiede un proprio impianto di produzione di energia, della quale ne consuma una parte.
La rimanente quota di energia può essere immessa in rete, scambiata con i consumatori fisicamente prossimi al prosumer. Non solo, può essere accumulata in un apposito sistema e dunque restituita alle unità di consumo nel momento più opportuno. Pertanto, il prosumer è un protagonista attivo nella gestione dei flussi energetici, e può godere di una relativa autonomia e di benefici economici.
Ed è proprio a partire dal concetto di prosumer che è stato possibile definire il concetto di comunità energetica rinnovabile.
La comunità energetica rinnovabile: cos’è
Le forme innovative di prosumption possono essere attuate attraverso le comunità energetiche (CE). La comunità energetica rinnovabile è in pratica una coalizione di utenti che, tramite la volontaria adesione ad un contratto, collaborano con l’obiettivo di produrre, consumare e gestire l’energia attraverso uno più impianti energetici locali.
Con le dovute distinzioni e differenze tra loro, le comunità energetiche sono tutte accomunate da uno stesso obiettivo: fornire energia rinnovabile a prezzi accessibili ai propri membri.
Decentramento e localizzazione della produzione energetica da fonti rinnovabili sono i principi su cui si fonda una comunità energetica rinnovabile. Principi che per essere messi in pratica necessitano del coinvolgimento di cittadini, attività commerciali e imprese del territorio. Solo così è possibile dare vita ad un sistema in grado di produrre, consumare e scambiare energia in un’ottica di autoconsumo e collaborazione.
Il concetto di autoconsumo di energia e la definizione di Comunità energetica rinnovabile
Il concetto di autoconsumo si riferisce alla possibilità di consumare in loco l’energia elettrica prodotta da un impianto di generazione locale per far fronte ai propri fabbisogni energetici.
Produrre, immagazzinare e consumare energia elettrica nello stesso sito prodotta da un impianto di generazione locale permette al prosumer di contribuire attivamente alla transizione energetica e allo sviluppo sostenibile del Paese. Partecipando alla comunità energetica rinnovabile, il prosumer favorisce l’efficienza energetica promuovendo al tempo stesso lo sviluppo delle fonti rinnovabili.
Grazie alla comunità energetiche rinnovabili come Valore Comunity l’autoconsumo può essere attuato non solo in forma individuale ma anche in forma collettiva. Pensiamo ad esempio ai condomini oppure alle comunità energetiche locali.
Per consentire al sistema elettrico nazionale di funzionare in maniera ottimale, è necessario abbinare l’offerta di energia alla domanda di consumo. Una delle soluzioni per giungere tale obiettivo è sovrapporre la dimensione spaziale individuale a quella collettiva. Ad esempio, facendo coincidere la produzione locale di energia con la domanda del circuito costituito da: casa, condominio e vicinato o azienda-edificio/centro commerciale.
La regolamentazione delle Comunità Energetiche
Le comunità energetiche rinnovabili sono normate sia a livello Europeo che a livello di singoli stati.
Le direttive europee
Nel 2019, l’Unione Europea ha concluso la approvazione del pacchetto legislativo CEP – Clean Energy Package, composto da otto Direttive che regolavano temi energetici. Direttive che sono appositamente volte a mettere in atto quadri giuridici adeguati a consentire la transizione energetica che dovrebbero essere oramai state recepite dagli stati membri.
Gli aspetti di particolare interesse sono due:
- La Direttiva sulle energie rinnovabili (Direttiva UE 2018/2001), in cui sono riportate le definizioni di autoconsumo collettivo e di Comunità di Energia Rinnovabile (CER),
- La Direttiva sul mercato interno dell’energia elettrica (Direttiva UE 2019/944) che definisce la Comunità Energetica dei Cittadini (CEC).
L’articolo 21 della Direttiva 2018/2001 definisce l’autoconsumo collettivo realizzato all’interno di un edificio, grazie ad un sistema che fornisce elettricità a più di un consumatore (“uno a molti”). Quando l’autoconsumo collettivo trascende l’ambito di un unico edificio o condominio, siamo di fronte ad una comunità energetica rinnovabile.
Entrambe le Direttive, definiscono la comunità energetica rinnovabile come “un soggetto giuridico” fondato sulla “partecipazione aperta e volontaria”. Lo scopo di questo soggetto non è la generazione di profitti finanziari, ma il raggiungimento di benefici ambientali, economici e sociali per i suoi membri o soci o al territorio in cui opera.
Per questo motivo, non è ammessa la partecipazione alle Comunità Energetiche di aziende del settore energetico (fornitori e ESCO). Questi soggetti possono, invece, prestare servizi di fornitura e di infrastruttura.
La regolamentazione delle Comunità Energetiche in Italia
La regolamentazione della comunità energetica rinnovabile in Italia è contenuta prevalentemente all’interno del Decreto Milleproroghe. E’ tramite questo decreto infatti che vengono recepite le indicazioni della Direttiva Europea “Renewable Energy Directive” (RED II) al cui articolo 42 bis delle suddette direttive viene indicata la vera e propria definizione di Comunità Energetica Rinnovabile.
Il decreto stabilisce di fatto la possibilità di creare delle comunità energetiche rinnovabili in Italia, comunità il cui fine ultimo è quello dell’autoconsumo di energia, sia istantaneo che differito. L‘obiettivo dell’autoconsumo non deve essere quello di fornire profitto a qualcuno, tutt’altro. L’obiettivo dovrebbe essere quello di offrire i benefici della C.E.R. a tutti i suoi membri. La comunità energetica rinnovabile si fonda quindi sul sentimento di collettività dal momento che prevede che ognuno faccia la sua parte per il bene di tutti che però coincide anche con il bene del singolo individuo.
Secondo il decreto Mille Proproghe a queste comunità può partecipare chiunque consumi energia. Non solo quindi i possessori di un impianto di produzione dell’energia a fonti rinnovabili ma anche coloro che non ne possiedono uno. A questo punto è chiaro che possono esistere due tipi di Comunità Energetiche in Italia:
- energy community many-to-many (tanti a tanti);
- comunità energetiche one-to-many ovvero di gruppi di autoconsumatori che vivono nello stesso edificio o condominio.
Inoltre, la comunità energetica rinnovabile, per essere tale, deve anche possedere le seguenti caratteristiche:
- Essere vincolata da contratti di natura privata per quanto riguarda accordi per la vendita di energia;
- Scambiare energia attraverso la rete di distribuzione esistente.
Gli incentivi alle comunità energetiche e per i sistemi di accumulo
Per promuovere l’utilizzo di sistemi di accumulo e la coincidenza fra produzione e consumo di energia, lo stato ha stabilito una tariffa d’incentivo, per remunerare l’energia auto-consumata istantaneamente.
Per accedere a questi incentivi, l’impianto in questione deve essere stato installato dopo il 1º marzo 2020. La tariffa d’incentivo, così come definito dal Decreto Legge del 16 settembre 2020, sarà cumulabile con le detrazioni fiscali, ove disponibili. Tale tariffa sarà stabilita in valori differenti, conformemente alla tipologia di ambito di condivisione dell’energia specificato qui di seguito:
- Energia condivisa nell’ambito dell’autoconsumo collettivo (stesso edificio o condominio): 100 €/MWh;
- Energia condivisa nell’ambito delle comunità energetiche rinnovabile (stessa cabina elettrica di media/bassa tensione): 110 €/MWh;
La norma prevede anche la restituzione di alcune voci in bolletta a fronte dell’evitata trasmissione dell’energia in rete che questi impianti permettono, oltre la remunerazione dell’energia secondo il Prezzo Zonale Orario.
La somma dei benefici varia dai 150 ai 160 Euro/MWh ossia circa 0,16 cent di Euro ogni kWh immesso nella Comunità Energetica.
Per coloro che invece parteciperanno alla Comunità come consumatori invece, Arera Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente ha definito la restituzione in bolletta di alcuni importi che possiamo quantificare tra gli 8 ed i 10 Cent di Euro per ogni kWh.
I vantaggi di una comunità Energetica Rinnovabile
Sono molti i vantaggi legati al far parte di una comunità energetica dal momento che possono migliorare il risparmio e l’efficienza energetica di un edificio privato o aziendale. In quest’ultimo contesto, in particolare, un minor costo dell’energia, significa anche dare maggiore competitività alle aziende locali.
Proviamo ad analizzare i vantaggi delle comunità energetiche qui di seguito:
- Risparmio in bolletta: più energia si auto-consuma e più si riducono i costi della bolletta.
- Valorizzazione dell’energia prodotta: produrre energia con un impianto fotovoltaico può rappresentare una fonte di guadagno grazie ai meccanismi incentivanti, ovvero lo Scambio sul Posto, il Ritiro Dedicato.
- Agevolazioni fiscali (detrazioni o superammortamento): per i privati la realizzazione di un impianto fotovoltaico sul tetto di un edificio rientra nell’ambito degli interventi di ristrutturazione edilizia, o di riqualificazione energetica (Ecobonus e Superbonus 110%). Per le imprese invece è previsto il superammortamento del 130% del valore dell’investimento.
- Riduzione dell’impatto ambientale: poiché l’energia viene prodotta da fotovoltaico, si evitano le emissioni di CO₂ o di altri gas clima alteranti.
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Valore Comunity, la comunità energetica rinnovabile di Solar Cash srl, nasce proprio per un preciso scopo: quello di offrire ai nostri clienti un’opportunità unica in termini di risparmio sulla propria bolletta dell’energia.
I membri della comunità energetica Valore Comunity possono infatti beneficiare di una tariffa incentivante che cambia in base alla tipologia di soggetto. All’interno di una CER esistono due tipi di membri: i soggetti produttori ed i soggetti consumatori.
I soggetti produttori sono coloro che possiedono un impianto di produzione dell’Energia a Fonti Rinnovabili. Questi soggetti quindi oltre a consumare l’energia che producono, possono anche cedere l’energia prodotta in eccesso. Valore Comunity permette a questi soggetti, nostri clienti, di accedere ad una tariffa incentivante di 16 centesimi di Euro per KW/h.
L’energia prodotta in eccesso viene immessa in rete all’interno della Comunità e quindi è a disposizione dei soggetti Consumatori. Questi sono dei soggetti che non hanno un impianto di produzione dell’energia da fonti rinnovabili e che quindi hanno bisogno di “acquistarla” per soddisfare i propri bisogni energetici. Questi soggetti, grazie a Valore Comunity, avranno accesso ad una tariffa incentivante di 10 centesimi di Euro per KW/h.
Entrando in Valore Comunity non dovrai preoccuparti di nulla. Saremo noi a gestire tutta la contabilità e le questioni amministrative in maniera chiara e trasparente. In questo modo potremo dare forma ai vostri progetti e darvi la possibilità di godere degli incentivi statali. Ogni partecipante riceverà un report mensile ed annuale per consentirvi una verifica di tutte le somme erogate. Ultimo ma non per importanza comunicheremo agli enti competenti mensilmente ed annualmente ogni report o documento indispensabile per mantenere negli anni gli incentivi.
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