Il decreto sulle Comunità Energetiche pronto ad essere varato: definiti anche gli incentivi

Il decreto sulle Comunità Energetiche pronto ad essere varato: definiti anche gli incentivi

Sono terminate le consultazioni con associazioni ed enti locali ed il decreto sulle Comunità Energetiche è pronto per essere approvato. Rimane il nodo su chi avrà diritto al premio.

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Secondo Katiuscia Eroe, responsabile energia di Legambiente, finalmente ci stiamo avviando verso la fine dell’iter burocratico, e quindi l’approvazione del Decreto, sulle comunità energetiche.

Palpabile è la soddisfazione delle associazioni e dei Comuni (oltre a Legambiente, tra gli altri, Rete delle Comunità energetiche rinnovabili e solidali e Kyoto Club) che hanno appena consegnato al ministero dell’Ambiente le loro osservazioni sul decreto attuativo per le Cer. Osservazioni che sono pervenute numerose dopo l’avvio della consultazione pubblica sul testo proposto dai tecnici del Mase, Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, che si è chiusa pochi giorni. Il bilancio della consultazione, (di cui parliamo qui) almeno dalla parte ambientalista è tutto sommato positivo.

Ma come mai possiamo parlare di un bilancio positivo sulle consultazioni per il Decreto sulle Comunità Energetiche?

Abbiamo cercato di fare il punto qui di seguito.

Le dichiarazioni sul decreto sulle comunità energetiche di Katiuscia Eroe

Sempre secondo Katiuscia Eroe, responsabile energia di Legambiente, le basi del Decreto sulle Comunità Energetiche ci sono. E’ sempre la stessa Eroe inoltre ad aggiungere che:

 “Il decreto, pur non scendendo del dettaglio delle cifre, definisce le tariffe premio per chi autoconsuma l’energia prodotta dalle comunità. E introduce dei correttivi geografici per dare a tutti le stesse opportunità, che ci si trovi al Sud o al Nord”.

Questi correttivi geografici per le tariffe premio o incentivanti sarebbero le seguenti:

  • 100 € MWh per le regioni meridionali,
  • 114 € MWh per le regioni centrali,
  • 120 € MWh per le regioni settentrionali.

In questo modo si compenserebbe la differente produzione di energia fotovoltaica che c’è nelle diverse zone d’Italia. A questo proposito sempre Eroe fa notare che

“l’investimento iniziale non è che è cambi a seconda del luogo geografico. Inoltre, non va dimenticato che le comunità energetiche hanno anche un ruolo sociale e non solo economico, per questo sono da incentivare al Nord come al Sud”.

Critiche al Decreto sulle comunità energetiche

Dopo aver espresso la sua soddisfazione sui risultati raggiunti, Katiuscia eroe non lesina alcune critiche al testo del Decreto sulle comunità energetiche che dovrà essere presentato in parlamento. Abbiamo raccolto le principali qui di seguito.

Oneri di trasporto dell’elettricità

La prima riguarda gli oneri di trasporto dell’elettricità.

“Uno dei vantaggi dell’autoconsumo è che l’elettricità non deve essere trasportata lungo la rete. Ci saremmo dunque aspettati premi legati ai mancati oneri di trasporto, che invece nel decreto ministeriale non ci sono. E nemmeno si specifica se i correttivi geografici siano in qualche modo sostitutivi degli oneri di trasporto”.

Piccoli comuni e cabine primarie

La normativa del nuovo Decreto sulle Comunità Energetiche prevede che ogni comunità energetica si possa allacciare a una cabina primaria. Fanno eccezione le piccole isole su cui esistano due cabine primarie: in quel caso il ministero ha previsto che non si debbano necessariamente costituire due distinte comunità energetiche.

Secondo Katiuscia Eroe però il principio delle piccole isole dovrebbe essere applicato anche ai piccoli comuni, contrariamente a quanto sarebbe previsto dalla nuova norma.

Decreto sulle Comunità Energetiche e percentuali di autoconsumo

Un altro punto controverso del Decreto sulle Comunità energetiche riguarda la percentuale di autoconsumo al di sotto della quale il Gse (Gestore servizi energetici) ritira l’elettricità prodotta a un prezzo “politico“. In particolare:

  • se si autoconsuma più del 70%, la corrente può essere immessa in rete a prezzi di mercato
  • se la quota di autoconsumo è al di sotto del 70%, il Gse ritira la corrente pagandola 80 euro a megawattora.

Pur essendo, in linea di principio, d’accordo sul meccanismo ideato per incoraggiare l’autoconsumo ed evitare speculazioni e sul fatto che le Cer siano incentivate vendere questa energia anziché consumarla, Katiuscia Eroe ha delle perplessità sul tetto di 80 euro. Il tetto infatti potrebbe essere considerato come troppo basso per il Ritiro dedicato da parte del GSE.

Chi avrà diritto agli incentivi?

L’ultimo nodo da sciogliere, forse il più importante, riguarda i beneficiari degli incentivi per le C.E.R. individuati dal Decreto sulle Comunità Energetiche. Il testo però individua come beneficiari solo quegli impianti la cui realizzazione sarà stata avviata dopo l’approvazione del decreto stesso.

Tuttavia, Katiuscia Eroe fa notare che:

“Questo provvedimento è una attuazione del decreto 199 del 2021… Da allora cittadini e imprese si sono mossi in vista dell’attuazione che arriva solo ora, con mesi e mesi di ritardo. Così si rischia di penalizzare tutti loro”.

Non si è fatta attendere la risposta del ministero che ricorda come le norme europee contro gli aiuti di Stato vietano di varare incentivi pubblici a opere già in corso di realizzazione.

Conclusioni

Le consultazioni sul Decreto sulle Comunità Energetiche sono terminate. Le critiche mosse da Legambiente e dalle altre associazioni di categoria sono state sollevate e presentate a chi di dovere.

Ora starà al Mase valutare tutti i suggerimenti raccolti con la consultazione (oltre alle associazioni ambientaliste e agli enti locali, hanno partecipato le imprese del settore elettrico) ed eventualmente recepirli nella versione finale del decreto di cui per ora è disponibile solo la bozza qui.

Parallelamente Arera (Autorità di regolazione per energia, reti, ambiente) dovrà presentare il relativo regolamento, con tanto di mappa delle cabine primarie, in modo che ciascuna comunità sappia dove allacciarsi alla rete.

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