Cosa sono le Comunità Energetiche Industriali?

Cosa sono le Comunità Energetiche Industriali?

Comunità energetiche industriali: cosa sono? Perché rappresentano il futuro per imprenditori ed imprese?

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Se sei un assiduo lettore di questo blog, avrai sicuramente letto qualche articolo sulle comunità energetiche rinnovabili e sui loro vantaggi all’interno di queste pagine. Tuttavia non abbiamo mai parlato di comunità energetiche industriali. Ma cosa sono di preciso?

Le comunità energetiche industriali non sono altro che C.E.R. i cui membri appartengono al mondo delle piccole e medie industrie. L’applicazione del concetto di comunità energetica al contesto imprenditoriale può infatti provocare indubbiamente degli effetti positivi alle imprese che ne fanno parte. Grazie alle C.E.R. industriali si potrebbe favorire una crescita sostenibile oltre che garantire un controllo dei costi energetici e quindi delle bollette.

Questi due argomenti, sono sempre più al centro del dibattito pubblico di questi ultimi anni.

In particolare, i cambiamenti climatici dovuti ad un eccessivo surriscaldamento del nostro pianeta stanno diventando particolarmente evidenti negli ultimi anni visto che i loro disastrosi effetti sono sotto gli occhi di tutti. Azzerare le emissioni di CO2 nel più breve tempo possibile è senza dubbio l’unica opzione per evitare danni ancora maggiori. Per questo le istituzioni europee e gli stati membri che hanno sottoscritto il “Clean energy for all Europeans package”, un pacchetto di misure che ha lo scopo di produrre energia sostenibile, da fonti rinnovabili, per il fabbisogno europeo.

Inoltre, ci sono da considerare anche gli effetti del conflitto tra Russia ed Ucraina sul prezzo del gas e quindi dell’elettricità. Gli aumenti di queste bollette stanno mettendo in ginocchio le famiglie italiane ma soprattutto le imprese. Molte di esse stanno chiudendo o hanno già chiuso in quanto la loro attività non riesce più a generare un profitto sufficiente.

Ma perché le comunità energetiche industriali potrebbero dare nuova linfa alle PMI italiane e di tutto il mondo?

Abbiamo cercato di scoprirlo insieme ai nostri esperti qui di seguito.

­Cosa sono le CER­ o comunità energetiche rinnovabili

Prima di parlare di comunità energetiche industriali, forse è meglio tornare brevemente sul concetto di comunità energetiche rinnovabili (C.E.R.).

Le C.E.R. sono e una nuova forma di promozione della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili come gli impianti fotovoltaici. La novità non sta tanto nei modi in cui è possibile produrre energia da fonti rinnovabili, ma nel fatto che è possibile condividere l’energia prodotta da questi impianti F.E.R. tra i membri della comunità. Per questo gli stati europei si stanno impegnando a realizzare e sostenere in tutti i modi le comunità energetiche come quelle industriali.

In particolare, è la direttiva comunitaria RED II a stabilire che un insieme di utenti, sia PMI, che privati cittadini o enti pubblici, possano associarsi tra loro per produrre e condividere energia da impianti a fonti rinnovabili. Per farlo però questi soggetti devono aderire volontariamente ad un soggetto di diritto autonomo, un’associazione, che è appunto la CER.

Tra i membri di una comunità possiamo operare una distinzione importante. I membri di una C.E.R. non hanno infatti l’obbligo di possedere un impianto fotovoltaico. Pertanto esisteranno soggetti produttori, coloro che producono energia rinnovabile dal loro impianto F.E.R., e soggetti consumatori, coloro che invece non possiedono questo tipo di impianti. Pur potendo essere entrambi membri della C.E.R. godranno di maggiori o minori benefici in termini economici. L’importante è che questi soggetti siano situati in prossimità tra di loro, all’interno della stessa cabina di trasformazione di media-massa tensione.

Le comunità energetiche industriali quindi non sono nient’altro che una C.E.R. di cui fanno parte realtà industriali. Fra di esse ci saranno realtà che possiedono il loro impianto fotovoltaico e che condividono con la comunità e quindi con altre industrie l’energia che non riescono a consumare.

Autoconsumo e comunità energetiche

Alla base delle comunità energetiche industriali, così come per quelle rinnovabili, c’è il concetto di autoconsumo. Questo si riferisce alla possibilità di consumare in loco, ovvero senza immetterla in rete, l’energia prodotta dagli impianti. In questo modo il fabbisogno di energia prelevata dagli impianti di distribuzione nazionale, risulterà molto ridotto e pertanto ne beneficeranno anche le tasche delle imprese o degli utenti che partecipano alla C.E.R.

La realtà dei fatti però è che non sempre ciò è possibile: di giorno l’impianto potrebbe produrre più di quanto consuma la tua impresa. L’energia in eccesso in questo caso sarebbe condivisa con gli altri membri della comunità senza viaggiare all’interno delle rete di distribuzione nazionale, oppure, in alternativa, immessa in rete. D’altro canto, di notte, il fotovoltaico non riuscirà a produrre energia e quindi i membri della comunità sarebbero costretti a prelevarla, pagandola, dalla rete elettrica nazionale.

Tuttavia, proprio in virtù del fatto di non usufruire, per la distribuzione fra i suoi membri, della rete elettrica nazionale e del fatto di produrre energia che potrebbe essere immessa nella stessa rete, sono stati definiti dei meccanismi economici di incentivo per l’energia prelevata dai membri della comunità energetica industriale dalla rete elettrica.

Tariffe incentivanti per le comunità energetiche industriali

Gli incentivi cui ci riferivamo poco fa sono garantiti per 20 anni dalla data della costituzione della Comunità Energetica e sono noti anche come tariffe incentivanti. E’ evidente che esse sono diverse in base alla tipologia del soggetto, produttore e consumatore.

In particolare, per i produttori di energia sono previste tariffe incentivanti che ammontano a:

  1. 100 €/MWh se l’impianto di produzione fa parte di una configurazione di autoconsumo collettivo;
  2. 110 €/MWh se l’impianto fa parte di una comunità energetica rinnovabile.

A queste cifre va sommata quella che si ottiene dall’energia immessa nella C.E. con il Prezzo Zonale Orario. Pertanto la somma dei benefici vari ammonta a circa 0,16 cent di Euro per kWh. Tali valori sono calcolati sull’energia elettrica prodotta e che risulti condivisa ove, per Energia Condivisa si intende, in ogni ora, il minimo tra la somma dell’energia elettrica effettivamente immessa e la somma dell’energia elettrica prelevata per il tramite dei punti di connessione.

Per i consumatori di energia, ovvero coloro che non possiedono un impianto fotovoltaico, la tariffa incentivante ammonta ad una cifra compresa tra gli 8 ed i 10 Cent di Euro per ogni kWh. Tale tariffa è erogata soprattutto in funzione del fatto che consumando l’energia della comunità si evita la trasmissione dell’energia nella rete nazionale (costi di distribuzione).

Quali sono le finalità e gli obiettivi di una comunità energetica industriale?

Abbiamo cercato di riassumere gli obiettivi delle comunità energetiche industriali in questo elenco:

  • Salvaguardia ambientale. Uno degli obiettivi delle comunità energetiche industriali è la salvaguardia dell’ambiente che ci circonda. Utilizzando l’energia prodotta dagli impianti a fonti rinnovabili come quelli fotovoltaici, le imprese e le industrie che ne fanno parte, contribuiscono all’abbattimento delle emissioni di CO2. Per produrre questa energia infatti non vengono sfruttati combustibili fossili che producono gas inquinanti ma l’energia solare a zero emissioni. Inoltre dobbiamo aggiungere che, proprio perché parte del fabbisogno energetico di queste imprese è soddisfatto con le fonti rinnovabili, la richiesta di energia prodotta con combustibili fossili sarà minore. Pertanto anche le emissioni di CO2 saranno minori.
  • Benefici sociali. Partecipare alle comunità energetiche industriali è senza dubbio un modo per creare uno spirito collaborativo fra imprese che vada al di là del mero interesse economico. Spirito collaborativo che potrebbe essere imitato anche dai semplici cittadini creando un circolo virtuoso vantaggioso per tutti.
  • Ritorno di immagine. Far parte di una comunità energetica industriale significa fare la propria parte per cercare di rendere la propria attività più sostenibile. La sostenibilità aziendale  Questo è un aspetto sempre più caro ai consumatori e pertanto può essere sfruttato per ottenere un ritorno di immagine in ambito comunicativo.
  • Vantaggi economici. L’autoconsumo individuale e collettivo garantito dalle comunità energetiche industriali, assiemi ai relativi incentivi sull’energia condivisa, consente alle imprese di ridurre i propri costi energetici. In alcuni casi, queste imprese, potrebbero addirittura dire addio a queste bollette liberando così risorse da utilizzare per aumentare la propria competitività.

Cumulabilità con gli incentivi per il fotovoltaico

Ma i vantaggi economici di partecipare ad una comunità energetica industriale non finiscono di certo qui.

Accedere ad una comunità energetica industriale infatti non preclude l’ottenimento degli altri incentivi per l’efficientamento energetico delle imprese. Questo significa che potresti ottenere gli incentivi per installare il tuo impianto fotovoltaico aziendale come gli ecobonus, il credito d’imposta per le imprese o la legge Sabatini.

In sostanza tra i vantaggi delle comunità energetiche c’è quindi il fatto di poter ottenere un doppio beneficio economico. Quello delle tariffe incentivanti sul consumo di energia e quello dell’abbattimento dei costi dell’investimento!

Cosa aspetti quindi a far parte di una comunità energetica industriale?

Se vuoi entrare a far parte di Valore Comunity, compila il form che trovi in questa pagina ed aspetta di essere ricontattato da un nostro operatore!

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