Sblocco delle comunità energetiche: le associazioni in piazza
Le associazioni in piazza di fronte alla sede del ministero dell’Ambiente per chiedere lo sblocco delle comunità energetiche. Nel frattempo il ministro rassicura tutti: “Il decreto è pronto, a breve la consultazione pubblica sui contenuti”
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Sono giunte forti e chiare, all’orecchio del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) Gilberto Pichetto Fratin le richieste per lo sblocco delle comunità energetiche.
I rappresentanti di Legambiente insieme alla Rete delle Comunità Energetiche Solidali, Kyoto Club, Free, Next, comuni, associazioni, imprese e enti aderenti si sono infatti dati appuntamento proprio davanti alla sede del dicastero. Una volta trovatisi li hanno messo in scena una protesta di comune accordo per ottenere lo sblocco delle Comunità Energetiche (ne parliamo anche qui). A questo proposito un comunicato di Legambiente riporta queste dure parole:
“In Italia le comunità energetiche rinnovabili non trovano terreno fertile, sotto scacco di ritardi burocratici e mancanza delle regole attuative. Nonostante queste siano, a tutti gli effetti, uno strumento efficace e una soluzione utile e concreta per contrastare il caro bollette, l’emergenza climatica e la povertà energetica”.
Il ministro Pichetto non ha quindi potuto fare finta di niente cercando di ignorare quanto stava avvenendo alle porte del suo dicastero. Ha infatti rilasciato delle dichiarazioni cercando di tranquillizzare la folla in cui ha rassicurato sul fatto che il Decreto Comunità Energetica fosse praticamente pronto. Per chi non lo sapesse infatti, al momento, una delle cose a frenare lo sviluppo delle Comunità Energetiche è proprio la mancanza dei decreti attuativi (come questo citato dal ministro di cui parliamo qui).
Lo sblocco delle Comunità energetiche passa attraverso il superamento di difficoltà tecniche e burocratiche
La protesta per lo sblocco delle comunità energetiche è solo uno degli ultimi atti di questa telenovela. Infatti la richiesta di
“accelerare la conclusione dell’iter necessario per permettere in Italia lo sviluppo delle comunità energetiche rinnovabili ma anche di adoperarsi per superare tutte le difficoltà tecniche e burocratiche che impediscono lo sviluppo del vero potenziale ambientale, economico e sociale, oltre a quello strutturale per la rete elettrica in termini di alleggerimento”
non è arrivata certo in quest’ultimo periodo sul tavolo del Ministero dell’Ambiente o della Transizione Ecologica.
In particolare, il primo nodo da sciogliere è il recepimento della RED II, la direttiva comunitaria che contiene i principi regolatori delle comunità energetiche a cui devono attenersi gli Stati membri. Tale recepimento, da attuare attraverso un Decreto ad hoc, era atteso a giugno 2022, ma fino ad oggi non si hanno più avuto notizie a riguardo.
Durante la manifestazione per lo sblocco delle comunità energetiche però è intervenuta il viceministro all’ambiente Vannia Gava dichiarando che il decreto “di sblocco” delle CER sarà approvato in tempi brevi. E che questo decreto venga approvato a breve ce lo auguriamo anche noi visto che alla luce dell’attuale crisi energetica, la posta in gioco è sempre più importante.
Talmente necessario che, secondo il presidente di nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani, è necessario cambiare rotta al più presto superando gli inaccettabili ritardi e ostacoli che tengono in ostaggio le comunità energetiche rinnovabili. L’Italia non può di certo permettersi di sottovalutare questa importante opportunità volta a contrastare il caro energia ma anche ad abbandonare le fonti fossili con conseguenti vantaggi per il clima. La realizzazione di tanti impianti di produzione dell’energia da fonti rinnovabili e delle comunità energetiche è quindi fondamentale.
Valore sociale ed economico
C’è poi un altro aspetto legato alle CER, ovvero l’importante ruolo che possono giocare in aree con maggiori criticità sociali ed economiche. Grazie allo sblocco delle comunità energetiche infatti le periferie delle grandi città e le aree colpite da terremoti e da eventi estremi potrebbero risollevarsi in tempi più rapidi.
Sempre secondo Legambiente ogni giorno di ritardo è solo uno spreco di tempo e di energia. Pertanto la richiesta al nuovo governo di accelerare subito sullo sblocco delle CER pubblicando gli strumenti necessari è sempre più urgente.
In particolare, per Legambiente e gli altri promotori della protesta sono inaccettabili.
“la mancanza dei Decreti Attuativi, in particolare quello sugli incentivi da parte del MASE, il ritardo di ARERA sull’emanazione delle regole attuative di sua competenza, le difficoltà nel ricevere dai distributori locali le informazioni necessarie a identificare l’ambito di sviluppo delle CER, i ritardi del GSE nell’iter di registrazione presso il proprio portale e nell’elargizione degli incentivi, oltre che i preventivi onerosi per gli allacci alla rete”.
Un quadro drammatico della situazione che è stato ben dipinto dal dossier di Legambiente dal titolo “I blocchi allo sviluppo delle comunità energetiche”. Secondo questo dossier infatti, su 100 comunità energetiche che sono mappate fino a giugno 2022 sul sito comunirinnovabili.it, appena 16 sono riuscite ad arrivare a completare l’iter di attivazione presso il GSE. Di queste 3 soltanto 3 hanno ricevuto i primi incentivi statali.
Le dichiarazioni delle istituzioni sulle sblocco delle C.E.R.
Dopo le prime rassicurazioni del viceministro Gava sullo sblocco delle Comunità Energetiche è arrivata la presa di posizione del titolare del dicastero dell’Ambiente:
“Prendo atto delle sollecitazioni di Legambiente sulla necessità di un rapido avvio del nuovo decreto per incentivare le comunità energetiche rinnovabili. Il decreto è pronto, a valle del coordinamento con ARERA, e al mio rientro dalla COP27 di Sharm El-Sheikh avrò modo di avviare la consultazione pubblica per condividerne i contenuti con tutti gli attori e gli stakeholder di riferimento e acquisire in modo trasparente le proposte”.
Il ministro ha poi comunicato l’intenzione di avviare un dialogo costruttivo con gli altri soggetti istituzionali per assicurare la migliore attuazione delle misure incentivanti anche a valere su PNRR. Questo perché. sempre secondo il ministro le:
“comunità energetiche rinnovabili: sono il segnale di una auto-organizzazione economica ed ecologica sul territorio e costituiscono un forte sviluppo per la diffusione delle energie rinnovabili. È una nostra priorità, lo è sempre stata, soprattutto in questo momento emergenziale in cui stiamo vivendo un problema con il caro energia”.
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