Come affrontare la povertà energetica: le comunità energetiche sono soluzioni efficaci per un futuro sostenibile
Le comunità energetiche sono una soluzione concreta per contrastare il caro bollette, l’emergenza climatica e la povertà energetica. Scopriamo insieme perché
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Una delle strategie più efficaci per contrastare la povertà energetica potrebbe essere proprio quella di puntare sulle comunità energetiche rinnovabili. Una scelta che porterebbe anche degli enormi vantaggi dal punto di vista della lotta al caro bollette ed ai cambiamenti climatici che purtroppo sono sempre più sotto gli occhi di tutti.
Questo è quanto emerge dal report “Le comunità energetiche contro la crisi. Empatia, tecnologie e territori per un’economia a misura d’uomo“. Un rapporto che, capita proprio a fagiolo, visto che la diffusione delle C.E.R. è in aumento anche in Italia. A testimoniarlo sono i sempre più frequenti annunci da parte del MASE dell’arrivo del Decreto Comunità Energetiche oltre che il numero delle ricerche su questo tema su Google che sono quadruplicate nell’ultimo anno.
Insomma, è sempre più evidente che le comunità energetiche rappresentano una componente essenziale per una transizione energetica di successo. Inoltre contemporaneamente possono dare un grosso contributo alla lotta alla povertà energetica, una situazione che affligge molte famiglie. Le C.E.R., inoltre, promuovono la ricostruzione delle relazioni sociali. Soprattutto dopo la pandemia, che ha lasciato un forte bisogno di ricostruire una dimensione sociale e di trovare soluzioni ai problemi energetici e ambientali.
La povertà energetica
La povertà energetica è la mancanza di accesso sicuro, affidabile e sufficiente a forme di energia necessarie per soddisfare le esigenze di base, come la luce, il riscaldamento e la cottura del cibo. Questo può influire negativamente sulla salute, l’educazione e il benessere della popolazione interessata.
Le cause della povertà energetica sono molteplici e possono includere:
- Bassi redditi: molte persone che vivono in povertà non possono permettersi di pagare le bollette energetiche e di acquistare apparecchiature efficienti dal punto di vista energetico.
- Costi elevati dell’energia: i prezzi dell’energia possono essere troppo alti per le famiglie a basso reddito.
- Insufficiente accesso all’energia: molte aree rurali o svantaggiate possono non avere accesso all’energia elettrica o a fonti di energia pulita.
- Tecnologie inadeguate: le vecchie tecnologie utilizzate per la produzione e la distribuzione di energia possono essere inefficienti e costose.
- Disuguaglianze sociali: le disuguaglianze sociali possono portare a gruppi vulnerabili, come gli anziani e i disabili, ad essere più colpiti dalla povertà energetica.
- Cambiamenti climatici: i cambiamenti climatici possono rendere più difficile e costoso produrre e distribuire energia, aggravando la povertà energetica in alcune aree.
E’ quindi evidente come questi ultimi tre anni, tra pandemia, guerra tra Russia ed Ucraina, speculazioni, abbiano contribuito al dilagare del fenomeno.
Cosa dice il report in poche parole?
Il report analizza il livello di conoscenza e diffusione delle comunità energetiche nel Paese, nelle imprese, nel mondo ecclesiale e nella società civile. Ad emergere è il fatto che tutti e tre i target abbiano un ottimo livello di conoscenza delle comunità energetiche, soprattutto il mondo delle diocesi.
Per realizzare il report sono state realizzate 200 interviste a imprese di piccole e medie dimensioni, raccogliendo le opinioni degli imprenditori o di figure con potere decisionale. Sono infatti queste le figure che hanno piena visibilità sulle strategie aziendali in materia di approvvigionamento energetico.
Il report non ha solo evidenziato come le opinioni dei campioni raccolti concordino sul fatto che le comunità energetiche siano un strumento efficace nella lotta alla povertà energetica ma punta ad essere uno spaccato sul punto di vista della popolazione italiana. Per questo alcune delle domande usate nel report sono state inserite anche nel barometro settimanale di Ipsos Public Affairs che coinvolge settimanalmente un campione di 800 italiani maggiorenni. Tale campione è infatti considerato come rappresentativo della popolazione per area geografica, genere, età, titolo di studio, condizione occupazionale.
Dal report, emerge inoltre tutta la preoccupazione delle comunità locali visto il crescente aumentare del livello di povertà energetica. Per questo, vista l’attuale crisi, le aspettative sulle CER sono alte.
Comunità energetiche e povertà energetica
A parlare di povertà energetica e di crisi energetica più in generale sono stati in molti in questi ultimi anni.
Il Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha descritto la crisi climatica, energetica e sociale in cui siamo immersi come un viaggio verso un destino disastroso. Ed il viaggio sta velocemente arrivando alla sua conclusione dato che i problemi che emergono sono sempre più chiari ma soprattutto gravi.
Tuttavia, sempre secondo Antonio Guterres, é possibile trovare una soluzione alla povertà energetica ed ai cambiamenti climatici grazie alle comunità energetiche. In particolare, queste ultime sono state introdotte in Europa nel 2019 con il Clean Energy Package e stanno pian piano diventando sempre più popolari.
Anche secondo Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola, le comunità energetiche rinnovabili sono una grande soluzione per affrontare la crisi climatica, abbattere le bollette energetiche e renderci indipendenti da eventuali ricatti energetici. La strada da seguire è quella quella indicata dall’Europa con il Next Generation EU e dai suoi punti fermi: transizione energetica, coerenza ed investimenti sul digitale. Basterebbe poco a rendere efficace questa scelta, dal momento che riscontra il supporto della comunità, anche se c’è ancora molto da fare.
Ad esempio mancano ancora i decreti attuativi necessari per rendere concrete le CER e quindi la lotta alla povertà energetica. A questo proposito va comunque registrato che il ministro Gilberto Pichetto Fratin ha dichiarato di voler procedere all’approvazione di tali decreti attuativi.
Lavoro di squadra per l’ambiente
La crisi attuale ed il dilagare della povertà energetica può essere combattuta solamente tramite il gioco di squadra.
Con questo ci riferiamo al fatto che per i Comuni sarà difficile fornire servizi ai cittadini senza aiuti dello Stato. E’ quindi necessario ricostruire l’alleanza tra Stato e cittadini in maniera ancora più forte. Allo stesso tempo è anche necessario utilizzare al massimo tutte le energie rinnovabili. Per questo la lotta alla povertà energetica passa anche attraverso nuove scelte per lo sviluppo del territorio e con attenzione alla tutela ambientale. In sostanza, serve un lavoro di squadra, sia a livello Italiano che europeo.
La guerra tra Russia ed Ucraina, oltre a far aumentare il livello di povertà energetica ha stimolato l’esplorazione di nuove sorgenti energetiche. Saranno queste nuove fonti energetiche a sostituire quelle non rinnovabili. Ciò che è importante è prendere decisioni a lungo termine. La politica energetica è una questione di vitale importanza, per cui semplificare le autorizzazioni è d’obbligo.
Vuoto normativo da colmare
Massimiliano Ghizzi, presidente di Gruppo Tea, ha sottolineato come, nel mezzo di una crisi energetica,
“sussiste un vuoto normativo ingiustificabile, che speriamo si colmi entro il mese, questo perché rallenta i tanti progetti in essere nel nostro Paese”.
Un fatto ancor più ingiustificabile dal momento che il processo verso la transizione energetica è oramai ben avviato, oltre ad essere sempre più urgente. D’altronde stiamo parlando di un processo che vede molti attori coinvolti con un ruolo fondamentale da parte multiutility coinvolte che non sono chiamati solo a fare profitti ma anche a supportare gli Enti locali nell’abbracciare al meglio queste opportunità di sviluppo ambientale, economico e sociale.
Opportunità per le imprese
Secondo il rapporto sulla povertà energetica, anche le imprese, possono trarre vantaggi dalle C.E.R. In particolare, secondo il campione intervistato i vantaggi delle attività sono i seguenti:
- la riduzione delle bollette energetiche (62%),
- un aumento di immagine (25%),
- maggiore saldatura con la comunità e il territorio (20%).
Al momento tuttavia vi è una scarsa conoscenza riguardo le modalità e i tempi per realizzarle, nonché della quantità di investimenti necessari. Inoltre, vi è la difficoltà nel cambiare mentalità, insieme all’incertezza del quadro di norme e adempimenti burocratici. Questo denota l’esigenza di fornire maggiore informazione in merito.
Secondo i cittadini, le CER possono essere uno strumento utile per risolvere la crisi e la conseguente povertà energetica (65%). Invece è il 70% delle imprese a ritenere che sempre le stesse CER possano contribuire a superare la crisi energetica e aumentare la loro competitività.