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Le attività delle C.E.R. entrano nel Terzo Settore

L’attività di produzione, accumulo e condivisione di energia da fonti rinnovabili a fini di autoconsumo rientrerà nel novero delle attività di interesse generale previste dal Codice del Terzo Settore

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L‘intersezione tra sostenibilità energetica e solidarietà sociale sta dando vita a un cambiamento significativo nella normativa del Terzo Settore. Il panorama italiano delle Comunità Energetiche Rinnovabili, si arricchisce di una nuova prospettiva. Questo grazie all’introduzione di misure che vedono l’energia rinnovabile non solo come una risorsa per il pianeta ma anche come un mezzo per creare valore nella società.

Un’importante novità per il Terzo settore e i suoi enti si profila all’orizzonte. Poco prima della pausa estiva, è stata infatti pubblicata la legge 26 luglio 2023, n. 95, entrata in vigore il 27 luglio 2023. Questa legge, introducendo l’art. 3-septies nel d.l. 57/2023, ha esteso il riconoscimento di attività di interesse generale previste dall’art. 5, comma 1, del d.lgs. 117/2017 – il Codice del Terzo Settore – e dell’art. 2, comma 1, d.lgs. 112/2017 sull’impresa sociale.

Ora, anche l’attività di produzione, accumulo e condivisione di energia da fonti rinnovabili a fini di autoconsumo viene riconosciuta come di interesse generale. Questa evoluzione normativa rappresenta un passo fondamentale nella valorizzazione delle iniziative sostenibili come quelle portate avanti dalle Comunità Energetiche Rinnovabili.

Ecco i principali punti chiave da tenere presente:

  • Estensione delle attività di interesse generale: l’inclusione delle C.E.R nella normativa del Terzo Settore rappresenta una valida integrazione tra sostenibilità energetica e sociale.
  • Riconoscimento della sostenibilità: l’energia rinnovabile diventa non solo una risorsa ambientale ma anche uno strumento di valore per la società.
  • Innovazione legislativa: con la legge 26 luglio 2023, n. 95, il Terzo Settore si arricchisce di nuove opportunità e sfide.

Approfondisci ulteriormente questa tematica per comprendere meglio come si stanno evolvendo le prospettive per le Comunità Energetiche Rinnovabili nel Terzo Settore.

Cosa prevede la conversione in legge del DL 57/2023

La crescente necessità di un’energia più sostenibile e rispettosa dell’ambiente ha dato slancio a nuove opportunità nell’ambito del Terzo Settore. Un fulcro di questa evoluzione è il DL 57/2023, una normativa che incide profondamente sul panorama delle Comunità Energetiche Rinnovabili Terzo Settore. Questo decreto, ora convertito in legge, introduce specifiche che ampliano e chiariscono il ruolo delle C.E.R. all’interno del contesto del Terzo Settore, riconoscendo l’importanza della sostenibilità energetica come elemento fondamentale per il bene comune.

Ecco le principali novità introdotte:

  • Modifica dell’art. 5, d.lgs. 117/2017: L’articolo ora esplicita che tra gli interventi e servizi finalizzati al miglioramento delle condizioni dell’ambiente, rientra anche la produzione, accumulo e condivisione di energia da fonti rinnovabili a fini di autoconsumo. Il riferimento si collega al decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 199, stabilendo chiaramente una nuova frontiera per il Terzo Settore in relazione alla gestione energetica.
  • Revisione dell’art. 2, d.lgs. 112/2017: Similmente al precedente, anche questo articolo si arricchisce con la menzione delle attività legate alle fonti rinnovabili, ponendo enfasi sul loro ruolo nell’ambito della protezione ambientale e dell’uso responsabile delle risorse naturali.

Queste modifiche normative rappresentano un segnale positivo per tutte le imprese e individui che operano o desiderano operare nel campo delle Comunità Energetiche Rinnovabili. L’integrazione di queste disposizioni offre una direzione chiara, sottolineando l’importanza delle iniziative sostenibili nell’ambito del Terzo Settore e fornendo un contesto favorevole per chi punta a un futuro energetico rinnovabile.

Cosa prevede la conversione in legge del DL 57/2023

La figura della Comunità Energetica Rinnovabile (CER), nel contesto del Terzo Settore, è destinata ad assumere una rilevanza inedita. Con la recente conversione in legge del DL 57/2023, si realizza un’evoluzione significativa, che imposta le Comunità Energetiche Rinnovabili Terzo Settore come attori principali nel panorama energetico nazionale.

L’approvazione di questo decreto porta con sé alcune modifiche essenziali:

  1. Art. 5, comma 1, lett. e), d.lgs. 117/2017: ora esplicita che interventi e servizi finalizzati al benessere dell’ambiente e all’uso responsabile delle risorse naturali, escludendo specificatamente l’attività di raccolta e riciclaggio dei rifiuti, comprendono anche l’azione delle CER nella produzione, accumulo e condivisione di energia da fonti rinnovabili per l’autoconsumo.
  2. Art. 2, comma 1, lett. e), d.lgs. 112/2017: in parallelo, ribadisce l’importanza delle attività orientate alla protezione ambientale e all’utilizzo sostenibile delle risorse, enfatizzando il ruolo delle CER.

Ciò rappresenta un’importante integrazione, poiché elimina qualsiasi ambiguità sul ruolo delle C.E.R Terzo Settore. Grazie a queste chiare disposizioni, le attività delle Comunità Energetiche Rinnovabili possono essere pienamente riconosciute e promosse all’interno del contesto legislativo del Terzo Settore.

Sottolineare questo cambiamento è fondamentale per chi opera nel Terzo Settore e intende entrare nel settore delle energie rinnovabili. La conversione del DL 57/2023 pone le basi per una trasformazione sostenibile dell’ambito energetico e rafforza l’interazione tra energia rinnovabile e Terzo Settore.

La forma giuridica delle C.E.R.

Nel vasto panorama delle energie rinnovabili, le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) occupano un posto d’onore, costituendo un ponte tra l’ambito energetico e il Terzo Settore. Ovviamente, stante la natura dell’Ente del Terzo Settore come qualifica soggettiva, uno dei nodi centrali è la definizione della forma giuridica adatta alle C.E.R. La recente evoluzione legislativa, seppur non offra una soluzione definitiva, fornisce spunti preziosi per orientare le scelte.

Esaminando con attenzione, emergono alcune possibilità:

  1. Impresa Sociale: La modifica legislativa amplia gli orizzonti, permettendo alle Comunità Energetiche Rinnovabili non solo di adottare la forma di società cooperativa, già diffusa tra alcune CER, ma anche di evolversi come società di capitali con qualifica di impresa sociale, come delineato dal d.lgs. 112/2017.
  2. Associazione di Promozione Sociale (Aps): Una CER, se costituita come associazione, potrebbe mirare al riconoscimento come Aps. Questa scelta, già adottata da certe CER, avrebbe il vantaggio di accedere al favorevole regime fiscale previsto dall’art. 85, comma 1, Codice del Terzo settore – una volta che questo entrerà in vigore – per le attività realizzate a favore dei propri associati.

In conclusione, definire la forma giuridica delle Comunità Energetiche Rinnovabili rappresenta una tappa essenziale per chi intende operare efficacemente all’intersezione tra energie rinnovabili e Terzo Settore.

Comunità energetiche nel Terzo Settore: conclusione

Nell’evoluzione del panorama energetico e sociale, emerge con forza l’integrazione tra Comunità Energetiche Rinnovabili e Terzo Settore. Tale connubio ha dato origine a una rivoluzione che non riguarda solo la sostenibilità energetica, ma anche il modo in cui le persone interagiscono con l’energia e la società stessa.

La possibilità per una C.E.R. di ottenere la qualifica di Ente del Terzo Settore (Ets) rappresenta una svolta significativa. Questa qualifica apre a numerosi benefici:

  • Vantaggi fiscali: sgravi e incentivi pensati per le realtà del Terzo Settore.
  • Accesso a fondi pubblici: risorse destinate specificamente a iniziative con valenza sociale e ambientale.
  • Relazione avanzata con pubbliche amministrazioni: la modalità dell’“amministrazione condivisa” consente un dialogo più stretto e proficuo.
  • Strumenti di supporto: tra cui spiccano il social bonus previsto dall’art. 81, i titoli di solidarietà dell’art. 77 e le liberalità agevolate dell’art. 83.

A ben vedere, l’entrata delle Comunità Energetiche nel Terzo Settore rappresenta molto di più di un mero strumento di produzione e distribuzione di energia. Si configura come un veicolo di innovazione sociale, promuovendo forme aggregative e partecipative nel campo delle rinnovabili. Una svolta che sposa sostenibilità energetica e innovazione sociale, proiettando il modello delle C.E.R. Terzo Settore al centro del dibattito sul futuro energetico e sociale del paese.

Non perderti le ulteriori novità sulle Comunità Energetiche Rinnovabili, compila il modulo qui sotto con i tuoi dati ed aspetta di essere ricontattato dagli operatori di Valore Comunity!

Tutto quello che devi sapere sul sistema di prezzo marginale dell’energia

Cosa è, come funziona e quale influenza ha il prezzo marginale energia sulle nostre bollette? Ne parliamo in questo approfondimento!

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Nel complesso scenario del mercato energetico, la chiarezza sulle dinamiche di determinati processi è indispensabile per effettuare scelte oculate e ben informate. Uno dei meccanismi più cruciali è sicuramente il sistema di prezzo marginale dell’energia, che rappresenta un punto nodale nella definizione del prezzo dell’energia elettrica nel contesto europeo. Originato in Gran Bretagna nel 1989, questo sistema è nato con l’obiettivo primario di incentivare l’utilizzo di fonti di energia rinnovabile. Infatti, nonostante le potenzialità sostenibili e pulite delle energie rinnovabili, queste avevano difficoltà a contrastare i prezzi dell’energia fossile, decisamente più competitivi all’epoca.

Però, il dinamismo e le continue evoluzioni del mercato hanno portato a nuovi equilibri. La crescente volatilità dei prezzi del gas e l’intrinseca insostenibilità del carbone hanno completamente modificato le vecchie dinamiche. Adesso, l‘energia derivata dalle fonti fossili rischia di diventare un onere nel contesto dei prezzi energetici. Questa situazione, unita all’imperativo di avviarsi verso un panorama energetico più sostenibile, solleva interrogativi sul prezzo marginale energia. Mentre il sistema marginale in passato puntava a supportare le fonti rinnovabili, oggi si profila la necessità di rivederne l’approccio, con una riflessione profonda a livello europeo.

È quindi cruciale per gli imprenditori, che ambiscono a soluzioni tanto sostenibili quanto economiche, comprendere queste tendenze. Il fotovoltaico si profila come l’opzione ideale per contrastare le crescenti oscillazioni dei prezzi energetici. Continuando con questa analisi, si avrà una panoramica completa sul sistema di prezzo marginale e su come il fotovoltaico rappresenti la strategia vincente per un domani energetico affidabile e verde.

Come funziona il sistema di prezzo marginale dell’energia?

Al centro delle dinamiche del mercato energetico, sia a livello europeo che italiano, si colloca un principio cardine nella definizione dei costi energetici: il sistema di prezzo marginale dell’energia. Questo meccanismo, spesso identificato come “pay-as-clear”, costituisce un elemento imprescindibile per decifrare le strategie di prezzatura dell’elettricità, influenzando direttamente le performance economiche delle imprese.

Ma di che cosa si tratta esattamente?

Ogni 24 ore, i produttori di energia indicano le quantità di elettricità che sono in grado di generare il giorno successivo, definendo dettagliatamente orari e tariffe. In Italia, il GME – ente responsabile della gestione dei mercati energetici dal 2004 – inizia ad acquistare l’energia fornita dai produttori, basandosi su previsioni di necessità energetiche, dando priorità a chi ha proposto tariffe inferiori. Quando la capacità delle centrali a costi ridotti viene esaurita, si fa ricorso a chi propone tariffe maggiorate, incrementando progressivamente fino a coprire integralmente la richiesta nazionale di energia. In conclusione, tutti i produttori vengono remunerati in base al prezzo dell’ultima offerta accettata, il prezzo marginale, che paradossalmente risulta essere il più elevato.

Da un punto di vista imprenditoriale, comprendere la logica di questo sistema marginale energia è cruciale nella definizione della struttura dei costi energetici. Dato l’incremento dei costi delle fonti fossili e le continue evoluzioni nel settore, le energie rinnovabili, con particolare enfasi sul fotovoltaico e alle C.E.R., si delineano come la risposta ideale. Queste garantiscono un costo prevedibile e vantaggioso, eludendo le fluttuazioni causate dal prezzo marginale energia. Pertanto, una pianificazione energetica attenta, con una forte attenzione al fotovoltaico, diventa la strategia per proteggersi da aumenti e assicurare un approccio sia sostenibile che economico all’energia.

Il rapporto tra sistema marginale e prezzo del gas

L’influenza del prezzo del gas sul sistema marginale non è un concetto da sottovalutare, specialmente per chi intende investire in energie rinnovabili e per gli imprenditori con una visione lungimirante. La domanda che sorge spontanea è: quanto incide effettivamente il prezzo del gas sul sistema marginale energia? Una questione che, nonostante la sua complessità, rivela aspetti fondamentali della gestione energetica.

Quando si analizza la fornitura di elettricità, le centrali basate su fonti rinnovabili come il solare ed eolico sono le prime ad intervenire, grazie ai loro bassi costi operativi e all’indipendenza dalle oscillazioni di mercato. Esse sono seguite da centrali idroelettriche, nucleare e, in ultima istanza, da quelle che utilizzano combustibili fossili.

Le centrali termoelettriche a gas, tuttavia, rappresentano l’anello più costoso della catena. La dipendenza dall’acquisto di gas, il cui costo ha registrato recentemente forti impennate, le rende particolarmente gravose. E a causa della logica del prezzo marginale, questa dinamica spesso si traduce in un costo elevato per l’intero sistema: tutti i produttori di energia, anche quelle più economici, vengono remunerate secondo l’ultima offerta quella più costosa per il consumatore perché legata al prezzo del gas.

Per questo motivo, la scelta di investire nel fotovoltaico, diventa un passo strategico. Questo permette di risparmiare sulle bollette e prendere parte alla transizione energetica, garantendo un approccio sostenibile ed economico all’energia, eludendo le incertezze legate al sistema marginale influenzato dal prezzo del gas. La visione di una Comunità Energetica Rinnovabile non è solo un’opportunità, ma un imperativo nel panorama attuale che amplifica i vantaggi offerti dal fotovoltaico.

I motivi dell’adozione del sistema di prezzo marginale e perché sarebbe opportuno rivederlo

Come è nato il sistema di prezzo marginale dell’energia e perché sarebbe opportuno rivederlo?

Queste domande meritano una profonda riflessione, soprattutto per chi desidera farsi avanti nel settore delle energie rinnovabili.

Nella sua genesi nel 1989, il sistema marginale energia era pensato come un sostegno per le energie rinnovabili. Il suo obiettivo primario era di dare spazio e competitività a queste fonti energetiche, all’epoca penalizzate dai costi d’installazione. Integrando le fonti rinnovabili nel mercato energetico, il sistema marginale assicurava loro una posizione di rilievo.

Tuttavia, i tempi sono cambiati. La struttura energetica, una volta dominata da centrali a carbone e gas, ha subito trasformazioni sostanziali. Mentre il prezzo marginale energia continua ad esistere, le sue fondamenta oscillano. La crescente dipendenza da combustibili fossili costosi e il declino del carbone hanno creato frizioni. In particolare, l’incremento dei costi del gas ha propulsato il prezzo marginale a livelli che spesso superano persino quelli delle energie rinnovabili. E ciò ha messo in luce un paradosso: un sistema creato per proteggere le fonti rinnovabili potrebbe ora renderle meno competitive.

È evidente che rivedere questo sistema marginale diventa una necessità impellente. D’altro canto, per privati e imprenditori, questo potrebbe essere il momento ideale per investire nel fotovoltaico, beneficiando di risparmi significativi sulle bollette e contribuendo attivamente alla transizione energetica.

Quali sono le possibili soluzioni da adottare per superare il sistema di prezzo marginale?

Fronteggiare le sfide poste dal prezzo marginale energia richiede soluzioni innovative e strategiche, soprattutto in un contesto di crescente incertezza del mercato. Centrale è la necessità di proteggere sia le famiglie che le imprese dalla volatilità dei prezzi. A livello europeo, in particolare a Bruxelles, sono state esaminate diverse proposte mirate a moderare gli effetti del rincaro energetico.

Il Price Cap: Un tetto ai prezzi d’importazione

Il Price Cap è una soluzione proposta per stabilire un limite massimo al prezzo del gas importato, prevalentemente dalla Russia. Si tratta di un meccanismo di salvaguardia che consente agli Stati di acquistare gas, purché il suo costo non oltrepassi una certa soglia economica.

Questo approccio, fortemente sostenuto in passato dall’ex Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha avuto una risposta variabile tra gli Stati membri. Mentre alcuni paesi esprimevano preoccupazioni, è emersa un’idea di compromesso: un tetto dinamico e temporaneo per il gas. Questa soluzione variabile, che si basa sulle tendenze globali del mercato energetico, sembra aver già influenzato positivamente il prezzo del gas.

Il disaccoppiamento del prezzo del gas da quello della luce: Una svolta strategica

L’Italia, rispondendo alle fluttuazioni del mercato energetico, ha proposto una misura audace: il disaccoppiamento del prezzo della luce da quello del gas. Grazie al Decreto Energy Release del 10 ottobre 2022, determinate categorie beneficiano di tariffe elettriche agevolate, garantendo una fornitura energetica a prezzi contenuti. Questa iniziativa, che ha riscosso l’attenzione anche a livello europeo, rappresenta un baluardo per le imprese più esposte alle variazioni dei prezzi energetici.

In questo scenario, le energie rinnovabili, e specialmente il fotovoltaico, emergono come una soluzione ottimale. Queste alternative rappresentano non solo una fonte di energia verde e sostenibile, ma anche una difesa strategica contro l’instabilità dei mercati energetici.

Cerchi un modo per liberarti una volta per tutte dalle oscillazioni dei prezzi delle bollette anche grazie alle C.E.R? Allora Compila il modulo che trovi qui di seguito con i tuoi dati! Un operatore di Valore Comunity ti ricontatterà nel più breve tempo possibile.

Cosa è il PUN (prezzo unico nazionale)? Perché influenza il costo dell’elettricità?

Cosa è il PUN (prezzo unico nazionale) e come determina il costo dell’elettricità? Abbiamo cercato di spiegarlo in questo approfondimento

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Nel contesto dell’evoluzione energetica italiana, emerge la necessità di capire le dinamiche che modulano le tariffe elettriche. Al centro di questo complesso meccanismo si trova il Prezzo Unico Nazionale o, come molti lo conoscono, PUN. L’acronimo PUN rappresenta un elemento cardine nel determinare quanto paghiamo per la luce, sia come cittadini sia come imprenditori.

Il PUN dell’energia elettrica ha assunto un ruolo centrale nel 2007, anno in cui il mercato dell’elettricità è stato liberalizzato e, di conseguenza, quotato in una specifica borsa energetica. Prima di questa data, l’approvvigionamento di energia era controllato in regime di monopolio pubblico, escludendo qualsiasi dinamica di mercato libero.

L’implementazione dei decreti Legislativo n. 79/99 e 125/07, noti come decreti Bersani, ha segnato un’importante svolta. Questa riforma ha segregato il mercato elettrico in due branche: il mercato libero e il servizio di maggior tutela. Tale distinzione ha aperto le porte a una libera scelta per cittadini e imprese, consentendo di decidere il tipo di fornitura elettrica e il fornitore più adatto alle proprie necessità.

La comprensione delle dinamiche del PUN diventa cruciale, specialmente in un’epoca dove l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili, come il fotovoltaico, stanno acquisendo crescente importanza. Approfondire cosa è il PUN e il suo impatto sul costo delle bollette permetterà a imprenditori e privati di fare scelte ponderate e coerenti con il proprio profilo di consumo.

Interessato a delinearne ulteriormente i contorni? Allora prosegui nella lettura!

Cosa è il prezzo unico nazionale per l’energia?

Navigare nel labirinto del mercato energetico richiede una conoscenza approfondita degli indicatori che ne guidano le oscillazioni. Al centro di questo intrico si posiziona il Prezzo Unico Nazionale. La sigla PUN designa un aspetto cardine per chiunque operi o sia semplicemente un consumatore nel campo dell’energia elettrica.

La domanda sorge spontanea: cosa è il PUN? Si tratta di una media ponderata che prende in esame le quotazioni di vendita dell’energia in Italia, considerando le negoziazioni che avvengono in differenti zone territoriali, a ogni ora del giorno. Per avere un’immagine più chiara, il PUN dell’energia elettrica è il risultato delle transazioni effettuate all’interno dell’IPEX (Italian Power Exchange), che non è altro che la Borsa Elettrica Italiana. In questo contesto, si definiscono i prezzi dell’energia che influenzeranno la bolletta di aziende e privati.

Il comportamento del PUN nell’energia elettrica non è un dettaglio di poco conto. Le sue fluttuazioni incastonano le basi delle tariffe energetiche: quando il PUN cresce, è probabile che si assista a un innalzamento dei costi sulla bolletta. Ovviamente, l’incidenza del PUN cambia in base alla tipologia di tariffa selezionata. Ad esempio, se si opta per una tariffa a prezzo fisso, si ottiene una blindatura dai repentini cambi, ma con un’offerta a prezzo indicizzato si è maggiormente esposti alle variazioni del PUN.

L’importanza di familiarizzare con queste informazioni diventa evidente quando si considerano le scelte energetiche, come l’opzione di unirsi a una Comunità Energetica Rinnovabile, dove l’impiego del fotovoltaico potrebbe rappresentare una difesa contro gli incrementi dei costi energetici.

Borsa elettrica nazionale: cos’è e come funziona

Per capire cosa è il PUN, è essenziale scavare nelle complesse dinamiche della Borsa Elettrica Nazionale. Questa istituzione detiene un ruolo chiave nell’orchestrare il valore del Prezzo Unico Nazionale, un indice che chiunque desideri sottoscrivere un contratto energetico o entrare nel mercato energetico dovrebbe comprendere a fondo.

Ti ritrovi a riflettere su come il PUN influenzi la bolletta energetica. Il suo valore determina direttamente il prezzo che pagherai per l’energia consumata. Se il PUN sale, anche i costi che affronti si elevano, mentre se il PUN decresce, gioisci di una riduzione del costo dell’energia.

Ma cosa rende la Borsa Elettrica Nazionale così cruciale nella definizione del PUN? Questo mercato, considerato l’epicentro delle contrattazioni energetiche, rappresenta il luogo dove produttori e fornitori si accordano sui prezzi dell’energia, ancor prima che questa raggiunga effettivamente le case e le aziende. Tra le diverse sessioni di questo mercato, il MGP (Mercato del Giorno Prima) emerge per la sua rilevanza. In questa fase, produttori e fornitori propongono offerte di energia che verranno effettivamente erogate il giorno successivo. Queste offerte aderiscono al principio del “prezzo marginale”, una strategia che consente di stabilire il costo finale dell’energia in base all’ultimo prezzo accettato nel mercato.

Considerando l’oscillazione del PUN e la sua stretta relazione con la Borsa Elettrica Nazionale, diventa evidente l’importanza di strategie come l’installazione di impianti fotovoltaici. Essi rappresentano un’ancora contro le fluttuazioni di prezzo, permettendoti di risparmiare sulle bollette e di contribuire attivamente alla transizione energetica verso un futuro più sostenibile.

Come si calcola il PUN?

La determinazione del PUN non avviene per caso. Si calcola sulla base della media dei prezzi zonali del Mercato del Giorno Prima, modulata rispetto agli acquisti complessivi, mettendo da parte pompaggi e zone non pertinenti. In dettaglio:

  • Il costo a cui l’energia viene ceduta in borsa fluttua rispetto alla zona geografica.
  • Al contrario, le offerte d’acquisto orbitano intorno al prezzo unico nazionale o PUN.

Questo implica una variabilità oraria del PUN, influenzata dall’interazione tra domanda e offerta. Frequente è osservare picchi nelle ore dove produrre energia diventa un’impresa ardua e onerosa. Ma, laddove la produzione abbonda, il prezzo inclina verso una diminuzione.

Una volta concluso il mese, emerge il prezzo mensile del PUN: una media dei prezzi individuati nel corso dell’intero mese.

Perché il sistema del prezzo marginale influenza il PUN?

Approfondiamo adesso il concetto di Prezzo Marginale. Chi si muove nel complesso mondo energetico sa che comprenderne i dettagli è essenziale per stare al passo con un mercato che cambia velocemente. Questa comprensione permette di delineare strategie mirate per evitare rincari inattesi.

Precedentemente, abbiamo esplorato il tema di cosa è il PUN, il prezzo unico nazionale. Esso costituisce il parametro centrale nel definire il costo dell’energia elettrica all’ingrosso. Ma quale ruolo svolge il Prezzo Marginale in questo scenario? Esso rappresenta il costo sostenuto per fornire al mercato un’ulteriore unità di energia elettrica. Tale valore è definito dall’offerta energetica con il prezzo più elevato accettato in un dato istante. E proprio qui sta la chiave: l’influenza del Prezzo Marginale sul PUN è diretta. In sostanza, l’entità con l’offerta di energia più costosa detiene il potere di definire il PUN. Si deve considerare, inoltre, che il prezzo dell’energia spesso risente delle dinamiche del costo del metano, data la predominanza delle centrali a fonti fossili con alti costi di produzione, ancor più in luce della tensione geopolitica tra Russia e Ucraina.

In questo contesto, le risorse rinnovabili, con in prima linea il fotovoltaico, si configurano come baluardo contro queste oscillazioni. Optando per la fotovoltaica, imprese e privati possono generare energia con autonomia, diminuendo la vulnerabilità alle variazioni del PUN e del Prezzo Marginale. Questa scelta traduce in una consolidata prevedibilità nelle spese energetiche, proiettando verso un futuro più sostenibile e resiliente.

Dove puoi trovare il valore del PUN?

In un’era dove la consapevolezza energetica sta diventando centrale, comprendere cosa è il PUN, o Prezzo Unico Nazionale, diventa fondamentale per chi desidera fare scelte informate in termini di consumo energetico. La conoscenza del PUN consente di interpretare il mercato elettrico e di capire come varia il costo dell’energia, informazione particolarmente rilevante per chi guarda al fotovoltaico come soluzione per risparmiare sulle bollette e prendere parte attivamente alla transizione energetica.

Ma, dove si può reperire il valore aggiornato del PUN?

La principale fonte di riferimento è il Sito del Gestore Mercati Energetici (GME). Si tratta dell’entità autorizzata a fornire tale dato, rendendolo una risorsa primaria e sicura. Navigando nella sezione “sintesi mensile”, vengono esposti i dati relativi al valore del Prezzo Unico Nazionale. Tuttavia, per accedere a questa miniera di informazioni, è necessario accettare le Condizioni Generali e il contenuto informativo del sito GME. Una volta superata questa fase, si ha pieno accesso a una vasta gamma di documenti e dettagli. Analizzando le informazioni disponibili, è possibile non solo identificare il valore del PUN, ma anche distinguerlo tra PUN di Picco e di Fuori Picco. Questa distinzione fornisce una panoramica completa delle dinamiche del mercato elettrico, fondamentale per chi punta ad una gestione energetica oculata e sostenibile.

Bando Agrisolare 2023: la guida completa

Bando Agrisolare 2023: cosa è, come funziona, chi può beneficiare degli incentivi, gli interventi finanziabili.

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L’energia rinnovabile sta diventando il fulcro della trasformazione nel settore agricolo, zootecnico e agroindustriale. E’ quindi con entusiasmo che presentiamo la guida completa al Bando Agrisolare 2023. Questo specifico decreto, ufficializzato il 24 luglio 2023, si inserisce nell’ambito del PNRR, Missione 2, componente 1, investimento 2.2 “Parco Agrisolare”, e rappresenta un passo importante verso un futuro sostenibile.

Il decreto Parco Agrisolare mira a trasformare gli edifici agricoli in centrali energetiche sostenibili, offrendo incentivi per la realizzazione di impianti fotovoltaici su edifici a uso produttivo nel settore agricolo.

Il periodo per presentare le domande, dal 12 settembre al 12 ottobre 2023, è breve ma prezioso, fornendo un’opportunità ineguagliabile per gli imprenditori del settore primario.

L’obiettivo principale del Bando Agrisolare 2023 è quello di incoraggiare l’installazione di impianti fotovoltaici. Se sei un imprenditore agricolo che vuole massimizzare le prestazioni del tuo capannone o installare un nuovo impianto, questo potrebbe essere il momento giusto. Il finanziamento disponibile potrebbe rappresentare la chiave per elevare la tua attività a nuovi livelli di sostenibilità ed efficienza energetica.

Con Valore Comunity al tuo fianco, specializzata nella creazione di Comunità Energetiche Rinnovabili, sei in ottime mani per navigare attraverso ogni aspetto del bando. Il futuro dell’energia nel settore agricolo è qui, e con il Bando Agrisolare 2023, è più accessibile che mai. Contattaci compilando il modulo in questa pagina per scoprire come possiamo aiutarti a trasformare la tua attività agricola in un modello di sostenibilità ed efficienza.

Se invece vuoi scoprire tutti i dettagli del Bando Agrisolare 2023 continua a leggere!

Cosa è un Parco Agrisolare? Quali vantaggi posso ottenere se sono un imprenditore agricolo?

Il concetto di Parco Agrisolare rappresenta una svolta nel campo dell’energia sostenibile, con un impatto profondo e promettente sul settore agricolo. Ma cosa significa esattamente, e quali vantaggi si possono ottenere come imprenditore agricolo? L’importanza del Parco Agrisolare si trova nelle sue applicazioni innovative e nei benefici tangibili che offre.

Partiamo con la definizione del Parco Agrisolare. Si tratta di un’iniziativa unica che unisce la produzione agricola alla generazione di energia solare. Con l’installazione di impianti fotovoltaici sui tetti degli edifici agricoli, zootecnici e agroindustriali, il decreto Parco Agrisolare ambisce a spingere la sostenibilità energetica nelle aree rurali.

Ed ecco adesso i vantaggi che potrai ottenere qualora decidessi di realizzarne uno:

  • Vantaggi Economici: La creazione di un Parco Agrisolare può significare una notevole riduzione dei costi energetici. Grazie al Bando Agrisolare 2023, vengono offerti fondi significativi per l’installazione di questi sistemi, rendendo l’investimento ancora più conveniente. Vantaggi economici che possono essere ancora maggiori qualora decidessi di far parte di una Comunità Energetica Rinnovabile.
  • Sostenibilità Ambientale: I parchi agrisolari simboleggiano un avvicinamento alla gestione responsabile delle risorse. Utilizzando l’energia solare, si contribuisce attivamente alla riduzione delle emissioni di gas serra, supportando un’agricoltura più ecologica.
  • Ottimizzazione delle Prestazioni: Per coloro che hanno già investito in un impianto fotovoltaico, il Parco Agrisolare rappresenta una chance per migliorare le prestazioni produttive attraverso l’ottimizzazione dell’efficienza energetica e l’utilizzo di tecnologie d’avanguardia.

Le risorse stanziate dal bando Agrisolare 2023

Il Bando Agrisolare 2023 è espressamente rivolto agli imprenditori del settore primario ed è strutturato per sostenere una vasta gamma di operazioni come vedremo più avanti. Con una dotazione totale di 993.031.470,19 €, le risorse sono articolate per incentivare diversi ambiti del settore agroalimentare. Ecco i dettagli:

  1. Risorse per la Produzione Agricola Primaria: Un finanziamento significativo di 693.031.470,19 euro è rivolto alle imprese che operano nel settore della produzione agricola primaria, come specificato nella tabella 1A dell’Allegato A del decreto Parco Agrisolare. Ciò enfatizza l’importanza dell’integrazione dei sistemi fotovoltaici nelle attività agricole, rendendo l’energia solare una componente centrale dell’agricoltura moderna.
  2. Supporto alla Trasformazione dei Prodotti Agricoli: Il bando dedica 150 milioni di euro alle imprese impegnate nella trasformazione di prodotti agricoli (tabella 2A dell’Allegato A del Decreto), enfatizzando l’impegno verso la sostenibilità attraverso tutta la catena di produzione.
  3. Fondi per la Trasformazione di Prodotti Agricoli in Non Agricoli: Le imprese che si occupano della trasformazione dei prodotti agricoli in non agricoli (tabella 3A dell’Allegato A del Decreto) possono usufruire di un finanziamento di 75 milioni di euro, sottolineando l’obiettivo di promuovere pratiche ecologiche e responsabili.
  4. Finanziamento per la Produzione Agricola senza Vincolo dell’Autoconsumo: Per le aziende che non aderiscono al vincolo dell’autoconsumo (tabella 4A dell’Allegato A del Decreto), è disponibile un finanziamento di 75 milioni di euro, garantendo flessibilità nell’utilizzo dell’energia prodotta.

In sintesi, il Bando Agrisolare 2023 offre un’opportunità unica per gli imprenditori agricoli di sfruttare l’energia rinnovabile, favorendo una transizione verso un’agricoltura più sostenibile e innovativa.  Il futuro dell’agricoltura ecologica è ora più accessibile grazie a queste risorse stanziate, spianando la strada per una crescita continua e responsabile del settore primario.

Il punto sui beneficiari Agrisolare 2023

Il Bando Agrisolare 2023, lanciato nell’ambito del decreto Parco Agrisolare, apre una strada promettente per diverse entità del settore agricolo e agroindustriale. Gli stanziamenti previsti da questo bando sono finalizzati all’adozione di soluzioni energetiche sostenibili, trasformando il modo in cui l’energia viene utilizzata nel settore primario. Ecco chi potrà beneficiare delle risorse stanziate:

  1. Gli IMPRENDITORI AGRICOLI: Sia in forma individuale che societaria, gli imprenditori agricoli hanno l’opportunità di accedere ai fondi per installare o migliorare gli impianti fotovoltaici sui tetti dei loro capannoni o in altri spazi adeguati.
  2. Le IMPRESE AGROINDUSTRIALI: Le aziende che rientrano nel codice ATECO (ancora da definirsi) possono ottenere finanziamenti per promuovere l’uso dell’energia solare nelle loro operazioni, sottolineando l’importanza dell’energia rinnovabile nell’agroindustria.
  3. Le COOPERATIVE AGRICOLE: Compresi i consorzi e le società iscritte nella sezione speciale del registro imprese, queste organizzazioni hanno accesso ai fondi per implementare l’energia solare nelle loro attività di coltivazione, silvicoltura, allevamento di animali e attività connesse.
  4. Forme Aggregative di Imprese: I soggetti costituiti in forme aggregative come associazioni temporanee di imprese (A.T.I.), raggruppamenti temporanei di impresa (R.T.I), reti d’impresa, comunità energetiche rinnovabili (CER), sono idonei per accedere ai fondi, promuovendo progetti energetici congiunti.

In sintesi, il Bando Agrisolare 2023 offre un supporto finanziario mirato e flessibile, incoraggiando l’adozione di soluzioni energetiche sostenibili. Che si tratti di installare nuovi impianti o di ottimizzare quelli esistenti, Valore Comunity è pronta ad assistere tutti i beneficiari idonei nel processo di domanda e implementazione.

L’opportunità presentata dal decreto Parco Agrisolare è un passo significativo verso un futuro energeticamente efficiente e sostenibile. Contattateci oggi compilando il modulo in fondo alla pagina per esplorare come possiamo supportarvi nell’ambito del Parco Agrisolare e portare la vostra attività verso un futuro più verde e prospero. Con l’esperienza e l’expertise di Valore Comunity, l’adeguamento al Bando Agrisolare 2023 diventa un percorso fluido e ben guidato, assicurando che i progetti rispondano pienamente ai requisiti del bando.

Quali sono gli interventi che possono essere finanziati con il nuovo Bando Agrisolare 2023?

Il Bando Agrisolare 2023 offre un’opportunità unica per gli imprenditori agricoli desiderosi di investire nella modernizzazione delle loro strutture. Soprattutto qualora intendano installare nuovi impianti o migliorare le prestazioni di quelli esistenti.

Gli interventi finanziabili all’interno del Bando Agrisolare 2023 includono:

  1. Installazione di Impianti Fotovoltaici: Sui tetti di fabbricati strumentali all’attività, con una potenza di picco non inferiore a 6 kWp e non superiore a 1 MWp.
  2. Rimozione e Smaltimento dell’Amianto: Un passo cruciale verso la creazione di un ambiente di lavoro più sicuro e conforme alle normative vigenti.
  3. Realizzazione dell’Isolamento Termico dei Tetti: Un intervento che può migliorare notevolmente l’efficienza energetica delle strutture agricole.
  4. Realizzazione di un Sistema di Aerazione: Connesso alla sostituzione del tetto, compresa l’intercapedine d’aria, per una ventilazione efficace e moderna.

Inoltre, sono ammissibili le spese per la realizzazione di impianti fotovoltaici:

  • Acquisto e posa di componenti come moduli fotovoltaici, inverter, software di gestione, e ulteriori componenti di impianto.
  • Sistemi di accumulo.
  • Fornitura e messa in opera dei materiali.
  • Costi di connessione alla rete.

I limiti di spesa massimi sono i seguenti: e

  • euro 1.500,00/kWp per l’installazione dei pannelli fotovoltaici, considerando anche le economie di scala,
  • fino a ulteriori euro 1.000,00/kWh per sistemi di accumulo.

Il tutto però senza eccedere euro 100.000,00. Inoltre è prevista anche una spesa aggiuntiva fino a 30mila euro per l’installazione di dispositivi di ricarica elettrica per la mobilità sostenibile e le macchine agricole.

Questo insieme di misure sottolinea l’impegno nel Bando Agrisolare 2023 verso un futuro agricolo più sostenibile e innovativo. Rivolgiti a Valore Comunity per scoprire come possiamo supportarti nell’accesso ai fondi disponibili e trasformare la vostra attività in linea con gli standard del decreto parco agrisolare.

Qual è la logica di distribuzione delle risorse destinate al bando?

Il Bando Agrisolare 2023, una parte integrante del decreto parco agrisolare, rappresenta un’importante iniziativa rivolta agli imprenditori del settore primario interessati a investire nella sostenibilità e nell’innovazione. La domanda fondamentale è: Qual è la logica di distribuzione delle risorse destinate al bando? Questa domanda è vitale per comprendere come vengono allocate le risorse e come gli imprenditori possono beneficiarne.

Con una dotazione complessiva di circa 1 miliardo di euro, il Bando Agrisolare 2023 è strutturato in modo da fornire un sostegno finanziario mirato e differenziato. La distribuzione delle risorse è stata attentamente pianificata secondo le seguenti categorie:

  1. Imprese di Produzione Agricola: 775 milioni di euro sono destinati a queste imprese, suddivisi in:
    • Contributi a fondo perduto pari all’80% con vincolo di autoconsumo (anche condiviso) per quasi 700 milioni di euro.
    • Contributi a fondo perduto pari al 30% senza vincolo di autoconsumo per 75 milioni di euro.
  2. Imprese della Trasformazione Agricola: 150 milioni di euro saranno assegnati a queste imprese, con possibilità di un contributo a fondo perduto fino all’80% senza vincolo di autoconsumo.
  3. Imprese dell’Agroindustria: Gli ultimi 75 milioni di euro sono riservati per queste imprese, che possono beneficiare di un contributo a fondo perduto pari al 30% senza vincolo di autoconsumo.
  4. Investimenti di Autoconsumo Condiviso: Promozione della sostenibilità e dell’efficienza energetica attraverso investimenti in questa area.

Quali sono le modalità di erogazione del contributo?

Le modalità di erogazione del contributo nel quadro del Bando Agrisolare 2023 sono state attentamente strutturate per favorire gli imprenditori del settore primario che mirano a sfruttare le opportunità di sviluppo sostenibile. Sotto l’ombrello del decreto parco agrisolare, questa iniziativa rappresenta un passo fondamentale per promuovere la sostenibilità e l’efficienza energetica nelle attività agricole, zootecniche e agroindustriali.

Come parte integrante di Valore Comunity, un’associazione dedicata alla gestione e creazione di Comunità Energetiche Rinnovabili, siamo qui per guidarvi attraverso queste importanti fasi:

  1. Erogazione del Contributo: L’erogazione avverrà tramite bonifico bancario sull’IBAN fornito durante la compilazione della domanda. L’importo sarà trasferito in unica soluzione a intervento concluso, garantendo un flusso di cassa immediato.
  2. Anticipo: È possibile ottenere un anticipo fino al 30% del contributo totale, previo rilascio di fideiussione. Questa possibilità è cruciale per facilitare la fase iniziale del progetto.
  3. Cumulabilità: Il contributo Bando Parco Agrisolare PNRR 2023 è cumulabile con altri Aiuti di Stato, compresi quelli in regime de minimis. Tuttavia, ciò deve essere fatto nel rispetto del divieto del doppio finanziamento e nel limite dell’intensità massima di aiuto stabilita per ciascuna tipologia di intervento.
  4. Compliance: Un aspetto fondamentale è garantire la conformità con tutte le regolamentazioni e le direttive pertinenti, che è essenziale per assicurare che il contributo venga erogato senza ostacoli.

Il Bando Agrisolare 2023 è una significativa opportunità per gli imprenditori del settore primario che desiderano installare o migliorare un impianto fotovoltaico sui tetti dei loro capannoni. Le modalità di erogazione del contributo sono state concepite per fornire un supporto flessibile e robusto, in linea con le esigenze dell’industria moderna.

In Valore Comunity, comprendiamo che questo processo può sembrare complesso. Tuttavia, con il nostro supporto esperto possiamo guidarti in ogni fase, assicurandoti che trarrete il massimo beneficio dal Bando Agrisolare 2023. Contattaci oggi per scoprire come possiamo aiutarti a realizzare i tuoi obiettivi di sostenibilità e innovazione nel settore primario.

Valore Comunity: il tuo partner ideale per ottenere i fondi del Bando per il Parco Agrisolare

Con l’annuncio del bando agrisolare e del decreto parco agrisolare, la tua azienda si trova di fronte a una finestra di opportunità unica. Se sei un imprenditore agricolo o agroalimentare puoi rivolgerti a noi per un supporto senza precedenti nell’installazione di impianti fotovoltaici sui tetti dei capannoni delle attività agricole.

Ecco perché Valore Comunity è il partner ideale nel Bando agrisolare 2023:

  1. Esperienza e Conoscenza. Con anni di esperienza nell’installazione di impianti fotovoltaici, offriamo un’assistenza personalizzata che risponde perfettamente alle tue esigenze specifiche.
  2. Supporto Completo. Il nostro team è dedicato al tuo successo, accompagnandoti dalla preparazione della documentazione necessaria per accedere ai fondi fino all’installazione e alla manutenzione dell’impianto.
  3. Tecnologia all’Avanguardia. La nostra selezione delle tecnologie più avanzate e sostenibili assicura che il tuo impianto sia efficiente e conforme alle linee guida del Parco Agrisolare.
  4. Impegno verso la Sostenibilità. La nostra missione è in perfetta sintonia con gli obiettivi del bando agrisolare, promuovendo l’energia rinnovabile e le pratiche sostenibili nel settore agricolo.

Valore Comunity non è solo un fornitore; siamo il tuo partner strategico per massimizzare le prestazioni e garantire un futuro più verde e prospero nelle tue attività agricole. La nostra esperienza, dedizione e tecnologia ci rendono il partner ideale per realizzare i tuoi obiettivi nell’ambito del Bando Agrisolare 2023.

Contattaci oggi per scoprire come possiamo trasformare i tuoi capannoni e le tue attività agricole, realizzando un’energia sostenibile che contribuirà alla crescita del tuo business. Con Valore Comunity al tuo fianco, il Bando agrisolare 2023 diventa un percorso agevole verso il successo, supportando ogni tuo passo verso l’innovazione e l’efficienza nel settore primario.

Tutti i tipi di pannelli fotovoltaici e le loro differenze

Stai pensando di installare un impianto fotovoltaico? Allora ti sarai sicuramente chiesto quanti tipi di pannelli fotovoltaici esistono in commercio e quali sono le differenze fra di loro! Te lo spieghiamo qui in questo approfondimento!

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Il costo dell’energia è incredibilmente aumentato rispetto a quello di qualche anno fa. Oggi sono in molti a cercare una soluzione alternativa in grado di abbatterne i costi una volta per tutte.

La maniera più efficace per raggiungere questo risultato è quella di ridurre i consumi di elettricità. L’equazione infatti è nota a tutti: se consumo di meno, spenderò anche di meno. Tuttavia la soluzione definitiva non è rinunciare all’accensione degli elettrodomestici o comunque ottimizzare il loro utilizzo. Certo, anche queste pratiche hanno il loro effetto, ma non bastano.

La soluzione più intelligente è quella di trovare dei metodi alternativi per produrre da soli l’energia che ci serve ogni giorno, in altre parole l’indipendenza energetica. Quello che stiamo cercando di dirti è che la soluzione migliore è installare un impianto fotovoltaico. Grazie ai differenti tipi di pannelli fotovoltaici presenti sul mercato, e ad alle altre componenti che formano un impianto fotovoltaico come gli inverter, potresti infatti sfruttare l’energia del sole per produrre energia elettrica in maniera pulita e gratuita.

Ma non solo, potresti anche sfruttare uno dei diversi incentivi presenti.  In questo modo potrai ridurre notevolmente il costo dell’investimento che ti appresti a sostenere, e rendere il tutto ancora più conveniente. A questo proposito puoi approfondire in cosa consistono gli incentivi per gli impianti fotovoltaici 2023 cliccando qui!

Ma gli impianti fotovoltaici non sono tutti uguali. Sebbene un impianto fotovoltaico sia composto da delle componenti standard per tutti gli impianti, una di esse è fondamentale per determinare le prestazioni dell’impianto in questione: i moduli fotovoltaici.
Esistono infatti diversi tipi di pannelli fotovoltaici, ognuno con le sue peculiarità ed i suoi difetti. In questo approfondimento infatti analizziamo le caratteristiche, i vantaggi e gli svantaggi dei diversi tipi di pannelli fotovoltaici presenti nel mercato che sono fondamentalmente tre:

  • pannelli monocristallini;
  • pannelli policristallini;
  • pannelli a film sottile.

 Prosegui nella lettura per scoprire di più!

Cosa sono i pannelli fotovoltaici?

Prima di parlare dei differenti tipi di pannelli fotovoltaici forse è necessario descrivere brevemente cosa sono.

Un pannello fotovoltaico è sostanzialmente un insieme di più celle fotovoltaiche. Queste cello sono collegate fra loro in serie o in parallelo e si trovano sulla medesima struttura di supporto (il pannello appunto). Un impianto fotovoltaico è composto da più pannelli fotovoltaici, oltre che da altri elementi.

Ogni elemento che fa parte di un impianto fotovoltaico si compone quindi di tanti elementi costituenti più piccoli:

  • le celle fotovoltaiche sono i componenti elettrici elementari e servono a trasformare la radiazione solare in energia elettrica;
  • più celle solari o fotovoltaiche unite fra loro danno vita ai pannelli;
  • a loro volta, più pannelli collegati in serie formano una stringa;
  • l’insieme di più stringhe collegate in parallelo permette di ottenere la potenza voluta e di costituire il generatore fotovoltaico vero e proprio.

Struttura dell’impianto fotovoltaico

Per collegare tra loro i vari tipi di pannelli fotovoltaici non esiste un unico modo. Puoi anche avvalerti di diverse configurazioni in grado di variarne intensità e potenza. In particolare, quest’ultimo parametro è fondamentale per stabilire il numero di pannelli che andranno a comporre il tuo impianto fotovoltaico oltre che la loro disposizione all’interno delle varie stringhe. Questo processo è noto con il nome di dimensionamento dell’impianto fotovoltaico.

Oltre al numero di pannelli però è anche importante capire anche quali e quanti tipi di pannelli fotovoltaici esistono, visto che il numero potrebbe variare in base alle caratteristiche dei pannelli.

Quanti tipi di pannelli fotovoltaici esistono quindi?

Come abbiamo avuto modo di accennare in precedenza, nel mercato esistono diversi tipi di pannelli fotovoltaici. Anzi, a nostro avviso, i tipi di moduli fotovoltaici sono destinati ad aumentare mano a mano che la scienza e la tecnologia progrediranno visto che accanto ai tre “tradizionali” si stanno già affacciando altre tipologie di pannelli come quelli bifacciali di cui parliamo qui.

I pannelli fotovoltaici vengono solitamente classificati in base al tipo di celle fotovoltaiche che formano i moduli che li costituiscono che variano a loro volta a seconda del cristallo che le caratterizza. Passiamo adesso ad elencare i tre tipi di pannelli fotovoltaici più diffusi presenti sul mercato in questo momento:

  • pannelli monocristallini che si basano su celle monocristalline,
  • pannelli policristallini che si basano su celle policristalline,
  • pannelli a film sottile, che si basano su celle amorfe.

Qui di seguito abbiamo elencato le varie tipologie di pannelli con le loro caratteristiche principali.

Tipi di pannelli fotovoltaici: monocristallini

I pannelli monocristallini sono costituiti da delle lastre sottili formate a loro volta da 30-70 celle fotovoltaiche assemblate, saldate tra loro e ricoperte da un vetro protettivo e da una cornice esterna di alluminio. Questi tipi di pannelli si distinguono dagli altri per la loro colorazione scura, quasi nera.

Questo tipo di panelli fotovoltaici è quello più costoso, ma è anche quello che riesce ad avere un rendimento maggiore a parità di superficie quando il raggio solare li colpisce perpendicolarmente proprio perché ottenuto da un unico cristallo di silicio. Di contro, questi pannelli sono sensibili agli ombreggiamenti, anche parziali.

Pannelli fotovoltaici policristallini

I pannelli policristallini hanno un ampia diffusione grazie al loro prezzo decisamente inferiore rispetto a quelli policristallini. Rispetto a quelli di cui abbiamo parlato in precedenza, questo tipo di pannelli fotovoltaici si distingue per la sua colorazione blu cangiante e quindi risultano essere più chiari.

Le celle fotovoltaiche dei pannelli policristallini, sono orientate con una struttura casuale. Questa caratteristica ne inficia il rendimento, soprattutto nel caso in cui siano colpiti perpendicolarmente dai raggi del sole. Tuttavia questo è anche il loro punto di forza dal momento che riescono a sfruttare meglio la luce del sole durante l’arco della giornata. 

Anche questo tipo di pannello, come il precedente, è particolarmente sensibile agli ombreggiamenti, anche parziali. La mancanza del sole infatti potrebbe causarne improvvisi o temporanei cali di rendimento sull’intero impianto.

Tipi di pannelli fotovoltaici: moduli a film sottile

Questo tipo di pannelli solari fotovoltaici si dice amorfo proprio perché non hanno una struttura cristallina. Anche questo tipo di pannelli fotovoltaici è di colore scuro, anche se appare più come una lastra uniforme. Infatti, diversamente dagli altri pannelli, non presentano delle celle squadrate che ne disegnano la superficie.

Questa tipologia di pannelli fotovoltaici è senza dubbio quella più economica presente sul mercato, anche se rispetto alle due che abbiamo esaminato in precedenza è quella dal rendimento energetico minore.

Tuttavia loro migliore caratteristica è un’altra: la loro versatilità. I pannelli a film sottile infatti possono essere impiegati in svariati contesti di integrazione architettonica, di arredo urbano o di elementi strutturali di edifici. Inoltre, questa tipologia di pannelli è anche in grado di lavorare bene con la luce diffusa o con le alte temperature.

Il pannello fotovoltaico bifacciale

Nell’universo sempre in evoluzione delle energie rinnovabili, i pannelli fotovoltaici bifacciali rappresentano una delle più recenti e promettenti innovazioni. Ma cosa sono esattamente questi pannelli? E come funzionano?

Un pannello fotovoltaico bifacciale, è un modulo solare in grado di catturare l’energia dal sole da entrambe le superfici, anteriore e posteriore. Questo è possibile grazie a una cella solare semi-trasparente e a materiali riflettenti utilizzati nella costruzione del modulo. Mentre i pannelli solari tradizionali, o monofacciali, raccolgono l’energia solare solo dal lato frontale, i pannelli solari bifacciali sfruttano anche la luce riflessa o diffusa che colpisce il lato posteriore del pannello, raddoppiando di fatto il potenziale di generazione di energia. Questa caratteristica unica consente di generare fino al 30% in più di energia rispetto ai tradizionali pannelli monofacciali.

Quali sono le principali differenze tra i pannelli fotovoltaici monocristallini, policristallini e a film sottile?

rendimento per superficie

Le tipologie di pannelli solari che abbiamo preso in considerazione si contraddistinguono soprattutto per la loro differenza di rendimento ovvero per il loro rapporto tra energia prodotta e superficie occupata.

Qui di seguito abbiamo riportato alcuni dati che mettono bene in evidenza la differenza di rendimento fra i vari tipi di pannelli fotovoltaici che abbiamo preso in considerazione finora:

  • quelli a film sottile hanno un’efficienza produttiva pari a circa il 6% ed hanno bisogno di una superficie di 11÷13 m² per produrre un kWp.
  • pannelli fotovoltaici policristallini hanno un’efficienza minore e necessitano di una superficie maggiore: per la produzione di un kWp di potenza hanno bisogno all’incirca di 8 m²;
  • quelli monocristallini hanno un’efficienza maggiore, che oscilla tra il 15 e il 20% e per la produzione di un kWp di potenza hanno bisogno all’incirca di 6 m²;

Efficienza in base alla temperatura

La temperatura esterna è un altro fattore che incide sul rendimento dei pannelli fotovoltaici visto che più è alta, più il rendimento dei pannelli cala. Per questo abbiamo ritenuto opportuno spiegare che:

  • i pannelli fotovoltaici a film sottile sono in grado di lavorare meglio in condizioni di alte temperature o luce diffusa;
  • quelli policristallini producono di più alle alte temperature, in quanto riescono a tollerare meglio il calore;
  • invece i pannelli in silicio monocristallino rendono meglio alle basse temperature e sono più efficienti dei moduli policristallini in presenza di un’intensità solare minore.

Tipi di pannelli fotovoltaici e prezzi

Un’altra differenza sostanziale fra i precedenti tipi di pannelli fotovoltaici riguarda il prezzo dei pannelli:

  • i pannelli a film sottile sono i più economici presenti sul mercato.
  • i pannelli fotovoltaici in silicio policristallino hanno un costo più contenuto rispetto ai pannelli in silicio monocristallino;
  • quelli monocristallini costano decisamente di più rispetto agli altri tipi di pannelli fotovoltaici.

Altre differenze

I pannelli solari fotovoltaici possono inoltre essere messi a confronto tra loro anche in base ad altre caratteristiche elettriche:

  • tensione di massima potenza;
  • corrente di massima potenza;
  • tensione a circuito aperto;
  • potenza di picco;
  • tensione massima di sistema, tensione massima alla quale quel modulo può essere sottoposta;
  • corrente di corto circuito;
  • coefficienti di temperatura, perdite che si possono avere nel pannello in base alla variazione di temperatura.

 

Vuoi scoprire di più sulle diverse tipologie di pannelli del tuo impianto fotovoltaico? Allora contattaci compilando il modulo che trovi qui sotto ed aspetta la chiamata del nostro operatore! 

La fine dello Scambio sul Posto si avvicina!

Il 31 dicembre 2023 è la data che segnerà la fine dello Scambio sul Posto e che lascerà il campo al Ritiro Dedicato e agli altri incentivi per le C.E.R.. Scopriamo di cosa si tratta

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Con l’articolo di oggi, vogliamo approfondire un tema che sta diventando sempre più rilevante: la fine dello scambio sul posto. Questo meccanismo, essenziale per privati e imprenditori che hanno scelto di investire in un impianto fotovoltaico, sta per arrivare al capolinea (ne avevamo parlato anche qui).

Lo scambio sul posto ha rappresentato una tappa fondamentale nella storia dell’energia solare in Italia, favorendo l’autoconsumo di energia e contribuendo alla crescita del settore. Tuttavia, la scadenza dello scambio sul posto è stata fissata per il 31 Dicembre 2023, portando con sé cambiamenti importanti per tutti gli attori coinvolti.

Sei un imprenditore o un privato che possiede un impianto fotovoltaico o sta considerando di installarne uno? È essenziale che tu sia al corrente di questo cambiamento. La fine dello scambio sul posto potrebbe influenzare le tue decisioni future e il modo in cui gestisci il tuo impianto.

In questo articolo, Valore Comunity ti fornirà una panoramica dettagliata sul tema, esplorando le implicazioni della scadenza dello scambio sul posto e illustrando le alternative disponibili. Dal scambio sul posto alla sua scadenza, vogliamo assicurarci che tu sia pienamente preparato per questa transizione.

Resta con noi per scoprire cosa significherà per te la fine dello scambio sul posto e come poter navigare in questo nuovo scenario energetico.

Lo scambio sul posto in breve

Lo scambio sul posto è stato un meccanismo cardine per incentivare l’energia fotovoltaica in Italia. Ma con la fine dello scambio sul posto in vista, è importante comprendere in dettaglio come funziona e cosa cambierà.

Lo scambio sul posto è un sistema che permette ai produttori di energia rinnovabile, come te, di immettere in rete l’energia non autoconsumata in rete  ricevendo un corrispettivo economico. In pratica, si tratta di una forma di compensazione per l’energia che produci ma non utilizzi immediatamente.

Il meccanismo dello scambio sul posto è gestito dal GSE (Gestore dei Servizi Energetici). A seconda delle dimensioni del tuo impianto fotovoltaico, il GSE stabilisce le condizioni e i limiti per l’accesso a questo servizio. Questo sistema ha permesso a molti di investire nella produzione di energia pulita, facilitando l’accesso all’energia rinnovabile e promuovendo la sostenibilità.

Tuttavia, è stato annunciato che la fine dello scambio sul posto è fissata per il 31 Dicembre 2023. Questo significa che, dopo tale data, non sarà più possibile aderire a questo meccanismo da giugno 2023. È quindi fondamentale che tu sia a conoscenza di questa scadenza dello scambio sul posto per poter pianificare il futuro del tuo impianto fotovoltaico.

In seguito alla fine dello scambio sul posto, il meccanismo che lo sostituirà è il cosiddetto Ritiro Dedicato. Nei prossimi paragrafi, approfondiremo in che cosa consiste questa alternativa e come può influenzare il tuo impianto fotovoltaico.

Cosa è e come funzionerà il meccanismo del Ritiro Dedicato?

In seguito alla fine dello scambio sul posto, il Ritiro Dedicato rappresenta la soluzione alternativa per la gestione dell’energia elettrica prodotta e immessa in rete dai produttori.

Ma cosa significa precisamente e come funziona questo nuovo meccanismo?

Il Ritiro Dedicato è una modalità semplificata che permette ai produttori, come te, di commercializzare l’energia elettrica prodotta e immessa in rete, attiva dal 1 gennaio 2008. In sostanza, l’energia prodotta dal tuo impianto viene ceduta al GSE che, in cambio, ti corrisponde un prezzo determinato per ogni kWh. I ricavi derivanti da questa vendita si sommano a quelli ottenuti dagli eventuali meccanismi di incentivazione, rendendo il Ritiro Dedicato una soluzione economica interessante.

Ecco i punti principali da tenere in considerazione:

  1. Il Ritiro Dedicato è disponibile per gli impianti alimentati da fonti rinnovabili e non rinnovabili che rispettano specifiche condizioni di potenza e fonte energetica.
  2. Non possono accedere al servizio di Ritiro Dedicato gli impianti che beneficiano di una Tariffa Onnicomprensiva (incentivo + ricavo da vendita dell’energia), come ad esempio alcuni impianti fotovoltaici incentivati.
  3. Il Ritiro Dedicato non è compatibile con il servizio di Scambio sul Posto, quindi con la scadenza dello scambio sul posto sarà necessario valutare attentamente l’opzione più vantaggiosa per il tuo impianto.

Come produttore di energia rinnovabile, è importante che tu sia informato su queste novità e che tu sia preparato per la fine dello scambio sul posto. Il passaggio al Ritiro Dedicato può rappresentare una nuova opportunità per il tuo impianto fotovoltaico, contribuendo alla promozione di un futuro energetico più sostenibile.

l prezzo zonale orario

Il prezzo per il ritiro dedicato dell’energia è definito dall’Autorità per l’Energia (ARERA) che stabilisce che sia pari al prezzo zonale orario. Ma cos’è quest’ultimo?

Il prezzo zonale orario è il prezzo sul mercato elettrico che varia in base all’ora nella quale l’energia viene immessa in rete e alla zona di mercato in cui si trova l’impianto. In questo caso il gestore di rete trasmette le misure al GSE, che poi paga il corrispettivo di vendita in base al prezzo zonale orario. Questa definizione è importante dal momento che lo stesso prezzo viene applicato anche per calcolare le tariffe incentivanti delle comunità energetiche per i produttori di energia come puoi leggere qui.

Tuttavia c’è la possibilità di richiedere dei prezzi minimi garantiti per il Ritiro Dedicato che Arera solitamente stabilisce ogni anno. Tali prezzi riguardano tutti quegli impianti che:

  • producono energia da fonti rinnovabili, non sono non incentivati con altri meccanismi di remunerazione, ed hanno una potenza fino a 1 MW;
  • sono fotovoltaici, sono già incentivati con altri meccanismi di remunerazione la cui potenza è fino a 100 kW;
  • idroelettrici, incentivati, di potenza efficiente fino a 500 kW.

In questi casi Arera stabilisce un prezzo minimo che si basa sulla fonte rinnovabile che utilizzano gli impianti che vogliono accedere al Ritiro Dedicato. Su tale prezzo influisce anche la quantità di energia ritirata su base annua. Si tratta di un’opzione particolarmente conveniente come dimostra il fatto che viene scelta dalla maggior parte dei possessori degli impianti fotovoltaici che aderisce al ritiro dedicato.

Ma a quanto ammonta questo prezzo?

A titolo esemplificativo, nel 2022, il prezzo minimo è di 40,7 €/MWh. Pertanto coloro che aderiscono al Ritiro Dedicato quest’anno riceveranno circa 0,04 €/kWh di energia immessa in rete come prezzo minimo garantito.

Non preoccuparti se ti sembra poco. Come abbiamo accennato poco fa, questo incentivo è inglobato all’interno di quelli previsti dalle tariffe incentivanti delle comunità energetiche. Entrandone a far parte, potrai contare su di uno sconto sull’energia prelevata dalla rete elettrica nazionale che può arrivare anche a 0,17 €/kWh! 

Le differenze fra scambio sul posto e ritiro dedicato

In vista della fine dello scambio sul posto, è essenziale comprendere le differenze tra questo meccanismo e il Ritiro Dedicato. Questi due servizi, benché entrambi riguardino la gestione dell’energia prodotta dal tuo impianto fotovoltaico, presentano caratteristiche e modalità operative differenti.

Lo Scambio sul posto è un meccanismo di compensazione che prevede un conguaglio tra l’energia elettrica prodotta dal tuo impianto fotovoltaico e immessa in rete, e quella che prelevi per il tuo consumo. In pratica, l’elettricità prodotta in eccesso rispetto al tuo fabbisogno viene ceduta alla rete elettrica e successivamente ti viene “restituita” quando ne hai bisogno. Questo servizio ha rappresentato per molti anni un incentivo alla produzione di energia rinnovabile, ma con la fine dello scambio sul posto si apre un nuovo scenario.

Il Ritiro Dedicato invece non è un meccanismo di compensazione, ma di vendita dell’energia. L’energia prodotta dal tuo impianto e non consumata viene venduta direttamente al Gestore dei Servizi Energetici (GSE), che corrisponde un determinato prezzo per ogni kWh immesso in rete. Di conseguenza, non esiste più un “credito” di energia che ti viene restituito, ma piuttosto un guadagno economico derivante dalla vendita dell’energia in eccesso.

Ecco alcune differenze chiave tra i due meccanismi:

  1. Scambio sul posto: è un meccanismo di compensazione tra immissioni e prelievi. L’energia in eccesso viene “archiviata” nella rete e poi utilizzata quando necessario.
  2. Ritiro Dedicato: è un meccanismo di vendita dell’energia. L’energia in eccesso viene venduta al GSE che corrisponde un prezzo per ogni kWh.

La scadenza dello scambio sul posto rappresenta dunque una svolta per i produttori di energia rinnovabile. Per te che possiedi un impianto fotovoltaico o stai valutando di installarne uno, è importante essere informato e preparato a sfruttare le nuove opportunità che il cambio di scenario offre. Ricorda, il futuro energetico è in continua evoluzione e saperne di più ti consentirà di fare scelte più consapevoli e vantaggiose.

La fine dello scambio sul posto ed il passaggio la ritiro dedicato è più o meno conveniente per i produttori di energia come te?

Se stai pensando di installare un impianto fotovoltaico o sei già un produttore di energia, potresti chiederti se la fine dello scambio sul posto e il passaggio al ritiro dedicato siano più o meno convenienti per te. Questa è una domanda legittima e comprendere le implicazioni di questa transizione è essenziale per prendere decisioni informate.

Per comprendere quale soluzione sia più conveniente, è importante considerare diversi fattori.

Innanzitutto, devi valutare il tuo consumo energetico e le tue abitudini di consumo. Se i kWh prelevati dalla rete corrispondono approssimativamente a quelli immessi, lo scambio sul posto potrebbe essere la soluzione più adatta per te, specialmente se stai pensando a un impianto fotovoltaico per uso residenziale.

D’altra parte, se possiedi un grande impianto fotovoltaico non legato a un’utenza specifica, come ad esempio impianti con una potenza superiore a 200 kW, il ritiro dedicato potrebbe essere più conveniente. In questo caso, i vantaggi dello scambio sul posto sarebbero limitati, poiché l’energia scambiata con la rete sarebbe minima. Questa soluzione è particolarmente adatta per contesti aziendali, dove spesso si trovano impianti fotovoltaici di grandi dimensioni.

In conclusione, la scelta tra lo scambio sul posto e il ritiro dedicato dipende dalle tue specifiche esigenze e dal tipo di impianto fotovoltaico che possiedi. È importante valutare attentamente i tuoi consumi energetici, la dimensione dell’impianto e i vantaggi e svantaggi di entrambe le soluzioni. Per ottenere una valutazione più precisa e personalizzata, ti consigliamo di consultare esperti nel settore, come quelli di Valore Comunity, che possono offrirti una consulenza professionale e guidarti nella scelta migliore per massimizzare i vantaggi del tuo impianto fotovoltaico.

Pronto ad iniziare il tuo percorso verso l’indipendenza energetica avvalendoti del ritiro dedicato o dello scambio sul posto? Allora compila il modulo qui sotto con i tuoi dati ed aspetta la chiamata di un nostro operatore per ricevere tutti i dettagli!

Scambio sul posto: tutto quello che devi sapere

Cosa è, come funziona e fino a quando si potrà usufruire dello scambio sul posto GSE

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Lo scambio sul posto è un sistema cruciale per chi possiede un impianto fotovoltaico. Questa opzione, messa a disposizione dal GSE (Gestore dei Servizi Energetici), consente di immettere nella rete elettrica nazionale l’energia prodotta dal proprio impianto ma non consumata, ricevendo in cambio un corrispettivo economico.

Lo scambio sul posto del GSE rappresenta una straordinaria opportunità per valorizzare la tua produzione di energia rinnovabile, trasformando l’energia non consumata in un risparmio concreto in bolletta. Se hai un impianto fotovoltaico o stai pensando di installarne uno, il servizio di scambio sul posto potrebbe rappresentare una soluzione vantaggiosa.

In questo articolo, esploreremo tutto ciò che devi sapere sul scambio sul posto GSE, in modo che quando sarai arrivato alla fine in grado di capire se questa opzione fa per te. Resta con noi e scoprirai il potenziale del scambio sul posto fotovoltaico.

Cosa è lo scambio sul posto (SSP)?

Nel sito del GSE, citiamo testualmente, è presente la seguente definizione di Scambio sul Posto:

Il servizio di Scambio sul Posto è una particolare forma di autoconsumo in sito che consente di compensare l’energia elettrica prodotta e immessa in rete in un certo momento con quella prelevata e consumata in un momento differente da quello in cui avviene la produzione.

Nello Scambio sul Posto si utilizza quindi il sistema elettrico quale strumento per l’immagazzinamento virtuale dell’energia elettrica prodotta ma non contestualmente autoconsumata. Condizione necessaria per l’erogazione del servizio è la presenza di impianti per il consumo e per la produzione di energia elettrica sottesi a un unico punto di connessione con la rete pubblica.

Lo scambio sul posto (SSP) è un meccanismo che permette ai possessori di un impianto fotovoltaico di “vendere” all’ente distributore l’energia elettrica prodotta dall’impianto e non autoconsumata. Ma permette anche di prelevare l’energia dalla rete elettrica nazionale a pagamento nel momento del bisogno ad un prezzo vantaggioso.

Il GSE (Gestore dei Servizi Energetici), ha messo a punto questo sistema per incentivare l’utilizzo di fonti rinnovabili. Tu, come produttore, fornisci l’energia in eccesso alla rete nazionale e, in cambio, ricevi un credito in bolletta calcolato sulla base di specifiche tariffe stabilite dal GSE.

Queste tariffe sono definite considerando vari fattori, tra cui la potenza dell’impianto, la quantità di energia prodotta e le fasce orarie in cui avviene l’immissione in rete. Generalmente, l’energia immessa in rete durante le ore di punta ha un valore maggiore.

È importante sottolineare che lo scambio sul posto GSE non è una vendita dell’energia prodotta, ma piuttosto un meccanismo di compensazione. Non viene infatti emessa alcuna fattura: l’energia immessa in rete viene “scambiata” con energia prelevata dalla rete quando necessario, con un conguaglio economico sulla differenza tra l’energia immessa e quella prelevata.

Se hai deciso di fare il grande salto verso l’energia rinnovabile e stai pensando di installare un impianto fotovoltaico, lo scambio sul posto fotovoltaico potrebbe essere una grande opportunità per te. Non solo potrai produrre energia pulita, ma potrai anche ottimizzare i tuoi consumi e ridurre le tue spese energetiche.

Esempio di Scambio sul posto

Con il seguente esempio di Scambio sul posto ti aiuteremo a comprendere meglio come funziona questo meccanismo

Ipotizziamo che:

  • Il tuo consumo annuale è di 5000 kWh l’anno
  • Il tuo impianto fotovoltaico produce 6000 kWh di energia elettrica ogni anno
  • Il tuo autoconsumo è dell’80%

A questo punto possiamo dedurre che:

  • I consumi alimentati dal tuo impianto fotovoltaico sono: 6000 kWh x 40% = 2400 kWh
  • I consumi residui da coprire prelevando energia dalla rete sono: 5000 kWh – 2400 kWh = 2600 kWh
  • L’energia immessa nella rete al netto dei tuoi consumi domestici è : 6000 kWh – 2400 kWh = 3600 kWh
  • Risulta quindi che hai immesso nella rete elettrica pubblica 3600 kWh. Di questi, 2600 kWh vengono prelevati nuovamente dalla rete e andranno quindi pagati in bolletta a tariffa piena (circa 0,24€/kWh) e saranno parzialmente rimborsati (circa 0,11€/kWh) dal GSE. L’eccedenza, ovvero quei 1000 kWh immessi in rete e non prelevati, viene rimborsata con il valore di mercato, che corrisponde a una tariffa di circa 0,03 €/kWh

Fino a quando sarà in vigore e da cosa sarà sostituito?

La scadenza per usufruire dello Scambio sul Posto, come stabilito dal GSE, è fissata al 31 Dicembre 2023.

Dopo tale data, lo scambio sul posto sarà sostituito da un nuovo meccanismo, denominato Ritiro Dedicato (di cui parliamo qui). Quest’ultimo offre l’opportunità di vendere l’energia elettrica prodotta direttamente al GSE, che la ritira e la paga ad un prezzo stabilito.

Sotto questo nuovo regime, i produttori di energia elettrica da fonti rinnovabili avranno la possibilità di valorizzare la propria produzione in modo più diretto, favorendo la realizzazione di un mercato energetico più sostenibile. L’energia che non verrà autoconsumata, infatti, sarà rilevata dai contatori e immediatamente venduta al GSE.

Nel mondo del fotovoltaico, sia tu un privato o un imprenditore, è fondamentale rimanere aggiornati sulle normative e sulle opportunità offerte dal mercato. Scopri di più su come Valore Comunity può supportarti in questo percorso, garantendoti la massima resa dal tuo impianto. Non esitare a contattarci per approfondimenti e consulenze personalizzate sul scambio sul posto e sul Ritiro Dedicato.

Gli altri incentivi per le Comunità Energetiche

Le Comunità Energetiche rappresentano la nuova frontiera dell’energia rinnovabile. Nel contesto di queste, lo scambio sul posto e il Ritiro Dedicato rappresentano strumenti fondamentali, ma non sono gli unici incentivi a disposizione.

Fino al 31 Dicembre 2024, potrai beneficiare dello scambio sul posto (SSP), che permette di compensare l’energia immessa in rete con quella prelevata. Successivamente, entrerà in gioco il Ritiro Dedicato, con il quale il GSE acquista l’energia prodotta e non autoconsumata dal tuo impianto fotovoltaico.

In aggiunta a queste opzioni, vi sono altri incentivi, come il Superbonus 110% per interventi di efficienza energetica e sismica, o l’Ecobonus, che prevede detrazioni fiscali per interventi di riqualificazione energetica.

Inoltre, le Comunità Energetiche potranno beneficiare di tutta un’altra serie di incentivi che sono cumulabili a quelli di cui abbiamo appena parlato e che puoi approfondire cliccando qui!

Sei un privato o un imprenditore che intende installare un impianto fotovoltaico? Valore Comunity è qui per guidarti attraverso le diverse opzioni di incentivazione e ottimizzazione del tuo impianto. Dallo scambio sul posto, passando per il Ritiro Dedicato, fino agli incentivi specifici per le Comunità Energetiche, il nostro team è pronto a fornirti tutte le informazioni necessarie per massimizzare i benefici del tuo investimento nel solare.

Compila il modulo che trovi in questa pagina e aspetta di essere ricontattato dallo staff di Valore Comunity per un approfondimento e scopri tutte le opportunità a tua disposizione per una transizione energetica sostenibile e vantaggiosa.

Cosa è e a cosa serve un inverter ibrido per fotovoltaico

Alla scoperta dell’inverter ibrido per gli impianti fotovoltaici. Ecco tutto quello che devi sapere

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Sempre di più l’innovazione tecnologica si combina con il rispetto per l’ambiente. In questo contesto, gli inverter ibridi rappresentano una soluzione all’avanguardia per ottimizzare l’utilizzo dell’energia solare prodotta dal tuo impianto fotovoltaico.

Ma cosa sono gli inverter ibridi e come funzionano?

Sono dispositivi di ultima generazione che integrano in un’unica soluzione un inverter per l’impianto fotovoltaico e un inverter per accumulo. Questo significa che sono in grado di gestire contemporaneamente la produzione di energia dai pannelli solari e l’accumulo di energia in una batteria.

Il loro compito principale è convertire la corrente continua prodotta dai pannelli solari in corrente alternata, rendendo l’energia solare immediatamente utilizzabile. Ma non solo: un inverter con accumulo gestisce anche l’energia elettrica in eccesso, immagazzinandola per quando sarà necessaria. Questa funzione di inverter con batteria ti permette di massimizzare l’uso dell’energia solare prodotta, riducendo la dipendenza dalla rete elettrica e contribuendo a un consumo energetico più sostenibile e rispettoso dell’ambiente.

Scopri di più su come un inverter ibrido possa fare la differenza per il tuo impianto fotovoltaico continuando a leggere questo approfondimento.

Qual è la differenza tra un inverter fotovoltaico e un inverter ibrido?

Nel panorama delle energie rinnovabili, il concetto di inverter può risultare un po’ confuso. Esistono infatti differenti tipologie di inverter, ognuna con delle peculiarità specifiche. Tra queste, due si distinguono per importanza: l’inverter fotovoltaico e l’inverter ibrido.

Ma quali sono le differenze?

  • l’inverter per impianto fotovoltaico ha il compito di convertire la corrente continua (DC) prodotta dai pannelli solari in corrente alternata (AC) utilizzabile nelle nostre abitazioni e imprese. In pratica, è il cuore del tuo impianto fotovoltaico, senza il quale l’energia prodotta dai pannelli non potrebbe essere utilizzata (ne avevamo parlato anche qui).
  • gli inverter ibridi, invece, rappresentano un’evoluzione dell’inverter fotovoltaico tradizionale. Questi dispositivi combinano in un’unica soluzione un inverter fotovoltaico e un inverter per accumulo. Questo significa che, oltre a convertire la corrente continua in alternata, sono in grado di gestire l’accumulo dell’energia prodotta ma non immediatamente utilizzata, immagazzinandola in una batteria.

Se il tuo obiettivo è ottimizzare l’uso dell’energia prodotta dal tuo impianto fotovoltaico, l’inverter con accumulo è la soluzione ideale. Durante le ore di piena produzione, quando l’energia prodotta supera quella consumata, l’energia in eccesso viene immagazzinata nella batteria per essere utilizzata in un secondo momento, riducendo così la necessità di prelevare energia dalla rete.

Quali sono le differenti tipologie di inverter?

Nel mondo del fotovoltaico, la comprensione delle differenti tipologie di inverter è un aspetto fondamentale. Che tu sia un privato che intende installare un impianto fotovoltaico sulla propria abitazione, o un imprenditore in cerca di soluzioni energetiche efficienti per la tua attività, è importante sapere quali opzioni sono disponibili.

  1. Inverter centralizzati: Questi dispositivi, a volte chiamati “inverter a stringa”, sono l’opzione più comune per gli impianti fotovoltaici di grandi dimensioni. Un singolo inverter centralizzato può gestire l’energia prodotta da molti pannelli solari.
  2. Inverter di stringa: Questi sono utilizzati in impianti più piccoli, e ogni inverter di stringa gestisce l’energia da una singola stringa di pannelli. Questi inverter sono utili in situazioni in cui i pannelli non ricevono tutti la stessa quantità di luce solare.
  3. Microinverter: Questi dispositivi sono installati direttamente sui pannelli solari e convertono l’energia al punto di produzione. Sono una scelta eccellente se i tuoi pannelli ricevono livelli di illuminazione molto variabili.
  4. Inverter ibridi: Questi inverter, combinano le funzioni di un inverter per accumulo e di un inverter impianto fotovoltaico. In altre parole, non solo convertire l’energia solare in corrente alternata, ma possono anche immagazzinare energia in una batteria per l’utilizzo quando la produzione di energia solare è bassa.
  5. Inverter stand-alone: Questi inverter, anche noti come off-grid, sono progettati per funzionare indipendentemente dalla rete elettrica e sono quindi ideali per sistemi di energia solare remoti o autonomi.
  6. Inverter grid-tie: Sono inverter progettati per alimentare direttamente la rete elettrica. Questi sono tipicamente utilizzati in impianti solari domestici e commerciali che sono collegati alla rete elettrica.

La scelta dell’inverter giusto dipende da una serie di fattori (ne abbiamo parlato qui), tra cui le dimensioni del tuo impianto, l’orientamento e l’angolazione dei tuoi pannelli, e se prevedi o meno di installare un sistema di accumulo energetico. Per aiutarti a fare la scelta giusta, rivolgiti a professionisti del settore come noi di Valore Comunity, in grado di guidarti verso l’opzione più adatta alle tue esigenze.

Quali sono i vantaggi degli inverter con batteria rispetto alle altre tipologie?

Il progresso tecnologico nel settore fotovoltaico ha portato all’introduzione di inverter ibridi. Questi dispositivi offrono una serie di vantaggi rispetto alle altre tipologie di inverter che potrebbero rendere il tuo impianto fotovoltaico ancora più efficiente ed efficace. Ecco alcuni punti chiave:

  1. Versatilità: Gli inverter ibridi combinano le funzioni di un inverter per accumulo e di un inverter impianto fotovoltaico. Questo significa che sono in grado di convertire l’energia solare in corrente alternata per l’utilizzo immediato, ma possono anche immagazzinare energia in una batteria per l’utilizzo quando la produzione di energia solare è bassa.
  2. Ottimizzazione dell’energia: Grazie alla loro capacità di gestire sia la produzione che l’accumulo di energia, gli inverter ibridi possono aiutarti a massimizzare l’utilizzo dell’energia solare prodotta dal tuo impianto.
  3. Risparmio economico: Sebbene il costo iniziale di un inverter ibrido possa essere più alto rispetto ad altre tipologie di inverter, nel lungo termine può portare a un risparmio significativo. L’abilità di immagazzinare energia solare per l’utilizzo durante i periodi di bassa produzione può ridurre la tua dipendenza dalla rete elettrica e abbattere i costi dell’energia.
  4. Affidabilità: Gli inverter ibridi sono noti per la loro alta affidabilità e durata nel tempo. Possono anche essere dotati di funzionalità avanzate come il monitoraggio remoto, che ti permette di tenere sotto controllo l’efficienza del tuo sistema ovunque tu sia.
  5. Adattabilità: Se stai pensando di espandere il tuo impianto fotovoltaico in futuro, un inverter ibrido può essere un’ottima scelta. Questi dispositivi sono progettati per essere facilmente scalabili, il che significa che possono adattarsi alle tue esigenze man mano che cambiano.

Ricorda, la scelta dell’inverter giusto è fondamentale per massimizzare l’efficienza del tuo impianto fotovoltaico. A Valore Comunity, siamo a tua disposizione per aiutarti a fare la scelta migliore in base alle tue esigenze specifiche.

L’importanza degli inverter ibridi nell’ottica delle Comunità Energetiche

Nell’ambito delle Comunità Energetiche, l’utilizzo di inverter ibridi rappresenta un tassello fondamentale per ottimizzare la produzione e l’uso dell’energia rinnovabile. Questi apparecchi, che uniscono le funzionalità di un inverter impianto fotovoltaico con quelle di un inverter per accumulo, si rivelano strumenti essenziali per il massimo sfruttamento dell’energia solare.

Nel contesto di una Comunità Energetica, l’obiettivo è condividere e utilizzare in modo efficiente l’energia prodotta dai pannelli solari dei membri della comunità. L’inverter ibrido è perfettamente in linea con questo obiettivo: la sua capacità di convertire e immagazzinare l’energia solare permette di bilanciare la produzione e il consumo di energia all’interno della comunità, massimizzando l’indipendenza energetica e riducendo l’approvvigionamento dalla rete elettrica.

Inoltre, gli inverter ibridi, grazie alla possibilità di collegarsi ad una batteria, permettono di immagazzinare l’energia non utilizzata durante le ore di picco di produzione, per rilasciarla nei momenti di maggiore necessità o quando la produzione è bassa, come nelle ore notturne o nei giorni di scarso sole.

L’integrazione di inverter con batteria all’interno del tuo impianto fotovoltaico non solo ottimizza l’utilizzo dell’energia prodotta, ma rappresenta anche un valore aggiunto per l’intera Comunità Energetica, che può contare su una gestione dell’energia ancora più efficiente e sostenibile.

Se stai pensando di installare un impianto fotovoltaico o se ne possiedi già uno e desideri fare un passo in avanti verso una gestione più efficace dell’energia, gli inverter ibridi possono rappresentare la soluzione che stai cercando.

Presso Valore Comunity, siamo a tua disposizione per offrirti una consulenza personalizzata e per guidarti nella scelta dell’inverter più adatto alle tue esigenze. Compila il modulo contatti che trovi in fondo alla pagina con i tuoi dati e sarai ricontattato dal nostro staff. Insieme, potremmo costruire un futuro energetico più sostenibile e comunitario.

Scegliere il giusto inverter per fotovoltaico: guida per la scelta ottimale

Suggerimenti ed indicazioni per comprendere come selezionare l’inverter per fotovoltaico perfetto per il tuo impianto di energia solare

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Nell’era dell’energia rinnovabile, scegliere il giusto inverter per fotovoltaico rappresenta una decisione chiave per chiunque desideri implementare un impianto solare efficiente e duraturo. Che tu sia un privato desideroso di ridurre l’impatto ambientale della tua abitazione, o un imprenditore attento a integrare soluzioni green nel tuo business, la scelta dell’inverter può fare la differenza.

L’inverter di un impianto fotovoltaico ha il compito di convertire la corrente continua prodotta dai pannelli solari in corrente alternata, utilizzabile per alimentare i tuoi dispositivi elettrici e per iniettare energia nella rete. In altre parole, è il cuore pulsante dell’impianto, da cui dipende in gran parte l’efficienza dell’intero sistema.

Questo articolo, quindi, si propone come una guida completa per la scelta dell’inverter per fotovoltaico, capace di rispondere a domande come: “inverter, cosa è e come funziona?“, “quali sono le caratteristiche da tenere in considerazione per la scelta di un inverter?”, “Quanto costa?” e molte altre.

Dal momento che l’inverter solare gioca un ruolo così centrale, è essenziale che tu, che stai per installare un impianto fotovoltaico o che già ne possiedi uno, sia in grado di identificare l’inverter più adatto alle tue esigenze. In questa guida, scoprirai tutto quello che c’è da sapere sugli inverter per pannelli solari, per fare la scelta più informata e ottimale possibile. Seguici in questo viaggio nel cuore dell’energia solare.

Cosa è e a cosa serve un inverter per fotovoltaico

Un inverter per fotovoltaico non è solo un componente del tuo impianto solare: è il cuore che ne permette il funzionamento. Ma cosa è un inverter e a cosa serve esattamente? Siamo qui per fare luce su queste domande.

L’inverter di corrente è il dispositivo che converte l’energia solare raccolta dai pannelli in energia utilizzabile all’interno della tua casa o della tua azienda. Senza di esso, l’energia prodotta rimarrebbe inutilizzata, perché i pannelli solari producono corrente continua (DC), mentre la rete elettrica domestica e i nostri dispositivi utilizzano corrente alternata (AC).

Ecco dove interviene l’inverter dell’impianto fotovoltaico: trasforma la corrente continua in corrente alternata, rendendo possibile l’utilizzo dell’energia solare per le nostre necessità quotidiane.

Come funziona un inverter? La sua operatività può sembrare complessa, ma è in realtà un processo efficiente e affidabile. All’interno dell’inverter, un circuito elettronico alterna rapidamente la corrente, trasformandola da continua a alternata.

Ricorda, tuttavia, che non tutti gli inverter solari sono uguali. A seconda delle tue necessità, dovrai scegliere tra diversi tipi di inverter, ognuno con le proprie specificità. Se stai per installare un impianto fotovoltaico, è importante considerare quale tipo di inverter per pannelli solari sarà il più adatto al tuo caso. Nel prossimo paragrafo esploreremo insieme i fattori da considerare nella scelta dell’inverter per garantire l’efficienza e la durata del tuo impianto solare.

Le caratteristiche più importanti nella scelta di un inverter per un impianto fotovoltaico

Nella scelta di un inverter per fotovoltaico, ci sono alcune caratteristiche chiave che dovresti considerare per assicurarti che il tuo impianto solare sia efficiente e duraturo. Il tuo inverter di corrente gioca un ruolo cruciale nel determinare quanto dell’energia raccolta dai tuoi pannelli solari può essere effettivamente utilizzata. Ecco i fattori più importanti da considerare:

  1. Potenza dell’inverter: la potenza del tuo inverter per pannelli solari dovrebbe corrispondere alla potenza del tuo impianto fotovoltaico. Un inverter sottodimensionato potrebbe non riuscire a gestire l’energia prodotta, mentre un inverter sovradimensionato sarebbe un investimento inefficiente.
  2. Efficienza dell’inverter: l’efficienza di un inverter solare si riferisce alla quantità di energia prodotta dai pannelli solari che riesce effettivamente a convertire. Più alta è l’efficienza, meno energia viene sprecata nel processo di conversione.
  3. Affidabilità: gli inverter di alta qualità sono progettati per durare molti anni. Controlla la garanzia offerta dal produttore per avere un’idea della durata prevista dell’inverter.
  4. Tecnologia di conversione: esistono diversi tipi di inverter, ognuno con una tecnologia di conversione diversa. Gli inverter stringa, per esempio, sono ideali per impianti semplici, mentre gli inverter modulari o multi-stringa sono più adatti per impianti complessi o con ombreggiamento parziale.

Ricorda: non esiste un inverter impianto fotovoltaico perfetto per tutti: la scelta migliore dipenderà dalle tue esigenze specifiche e dal tuo impianto solare.

L’ìmportanza degli inverter nell’ottica delle comunità energetiche

Nell’era dell’energia rinnovabile, l’inverter per fotovoltaico assume un ruolo centrale, soprattutto all’interno delle comunità energetiche. Questi dispositivi, spesso sottovalutati, sono il cuore pulsante di ogni impianto fotovoltaico e la loro importanza si moltiplica quando parliamo di reti di energia condivisa.

Il concetto di comunità energetica pone l’accento sulla generazione e condivisione di energia rinnovabile tra diversi utenti. In questo contesto, come funziona un inverter diventa fondamentale. L’inverter, o inverter di corrente, converte l’energia solare raccolta dai pannelli in energia utilizzabile all’interno della rete domestica o dell’azienda, ma anche per alimentare la rete della comunità.

Un inverter solare efficiente e affidabile permette non solo di ottimizzare il consumo energetico, ma anche di distribuire l’energia in eccesso all’interno della comunità, attraverso le smart grid di cui parliamo qui, rendendo l’intero sistema più sostenibile ed economicamente vantaggioso.

Ecco perché, quando si parla di inverter per pannelli solari, la scelta non deve essere affrettata. Questo componente, infatti, determina la quantità di energia che può essere effettivamente utilizzata dalla comunità. Una migliore efficienza dell’inverter significa più energia da condividere e maggiori risparmi sulla bolletta energetica.

Tipologie e costo

Nell’universo dell’inverter per fotovoltaico, esistono diverse tipologie, ognuna con caratteristiche e costi specifici. Queste varianti rispondono a diverse esigenze di chi desidera installare un inverter impianto fotovoltaico. Abbiamo elencato le principali qui di seguito:

  • inverter stand-alone, ideali per i sistemi off-grid. Questi inverter, noti anche come inverter di corrente, convertono l’energia DC prodotta dai pannelli in AC, utilizzabile in casa o nell’azienda. I loro costi variano in base alla potenza, ma mediamente si attestano tra i 500 e i 2000 euro.
  • grid-tie. Questi dispositivi, oltre a convertire l’energia, permettono di iniettare l’energia in eccesso nella rete elettrica. Il costo di un inverter grid-tie oscilla tra i 1000 e i 3000 euro, in base alla capacità.
  • Infine, abbiamo gli inverter ibridi, che combinano le funzioni dei due precedenti e permettono di collegare il sistema a batterie di accumulo. Il loro costo è più elevato, a partire da 2000 euro in su. Se vuoi approfondire l’argomento dell’inverter ibrido clicca qui!

Ricorda: come funziona un inverter e quale scegliere dipende dalle tue specifiche esigenze e dal tipo di impianto fotovoltaico che intendi realizzare. Se stai pensando di installare inverter solare o inverter per pannelli solari, è fondamentale considerare attentamente tutte le opzioni e confrontare i prezzi.

Una scelta oculata dell’inverter può significare un impianto fotovoltaico più efficiente e un ritorno economico più veloce. Perciò, spendi del tempo per capire quale inverter fa per te: sarà un investimento che ti ripagherà nel tempo.

Vuoi un consiglio in merito? Allora compila il modulo con i tuoi dati ed aspetta la chiamata di un nostro operatore!

Comunità energetica rinnovabile: tutto quello che devi sapere

Comunità energetica rinnovabile: cosa è, come funziona, tutti i vantaggi

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La transizione verso modi di produzione e consumo più sostenibili è diventata una delle grandi sfide della contemporaneità. Il riscaldamento globale e il cambiamento climatico ci pongono dinanzi ad un profondo ripensamento del modo in cui interagiamo con il nostro pianeta. Cogliendo le opportunità offerte dalle nuove tecnologie, i cittadini di tutto il mondo stanno già unendosi per riacquistare rilevanza nel settore energetico.

Come?

Attraverso azioni dirette e partecipate che mirano alla costruzione di una società più equa e sostenibile.

In vista della riduzione delle emissioni di carbonio, si stima che 264 milioni di cittadini U.E. entreranno nel mercato dell’energia come prosumer. Costoro potranno generare fino al 45% dell’elettricità rinnovabile complessiva del sistema.

Ma cosa s’intende per prosumer?

Perché diventare prosumer di energia? Scopri cosa sono i prosumer e i vantaggi che traggono dal far parte di una C.E.R.

Perché diventare prosumer di energia? Scopri cosa sono i prosumer e i vantaggi che traggono dal far parte di una C.E.R.

Il prosumer (ne parliamo anche qui) è l’utente che non si limita al ruolo passivo di consumatore (consumer), ma partecipa attivamente alle diverse fasi del processo produttivo (producer). In pratica, il prosumer è colui che possiede un proprio impianto di produzione di energia, della quale ne consuma una parte.

La rimanente quota di energia può essere immessa in rete, scambiata con i consumatori fisicamente prossimi al prosumer o in maniera virtuale. Non solo, può essere accumulata in un apposito sistema e dunque restituita alle unità di consumo nel momento più opportuno. Pertanto, il prosumer è un protagonista attivo nella gestione dei flussi energetici, e può godere di una relativa autonomia e di benefici economici.

Ed è proprio a partire dal concetto di prosumer che è stato possibile definire il concetto di comunità energetica rinnovabile.

La comunità energetica rinnovabile: cos’è

Cosa sono le comunità energetiche? Una semplice tabella o schema riepilogativa

Cosa sono le comunità energetiche? Una semplice tabella o schema riepilogativa

Le forme innovative di prosumption possono essere attuate attraverso le comunità energetiche (CE). La comunità energetica rinnovabile è in pratica una coalizione di utenti che, tramite la volontaria adesione ad un contratto, collaborano con l’obiettivo di produrre, consumare e gestire l’energia attraverso uno più impianti energetici locali.

Con le dovute distinzioni e differenze tra loro, le comunità energetiche sono tutte accomunate da uno stesso obiettivo: fornire energia rinnovabile a prezzi accessibili ai propri membri.

Decentramento e localizzazione della produzione energetica da fonti rinnovabili sono i principi su cui si fonda una comunità energetica rinnovabile. Principi che per essere messi in pratica necessitano del coinvolgimento di cittadini, attività commerciali e imprese del territorio. Solo così è possibile dare vita ad un sistema in grado di produrre, consumare e scambiare energia in un’ottica di autoconsumo e collaborazione. Un sistema che ha bisogno anche di una guida dall’alto che se necessario agirà attraverso imposizioni ma che per il momenti agisce tramite incentivi o detrazioni fiscali per le comunità energetiche. A questo proposito facciamo il punto sugli incentivi per le comunità energetiche in questo approfondimento!

Il concetto di autoconsumo di energia

Il concetto di autoconsumo (di cui parliamo qui) si riferisce alla possibilità di consumare in loco l’energia elettrica prodotta da un impianto, ad esempio uno fotovoltaico. Tale consumo deve essere effettuato con il fine di far fronte ai propri fabbisogni energetici.

Produrre, immagazzinare e consumare energia elettrica prodotta da un impianto di generazione locale permette al prosumer di contribuire attivamente alla transizione energetica. In altre parole permette al prosumer di contribuire allo sviluppo sostenibile del Paese. Partecipando alla comunità energetica rinnovabile, il prosumer favorisce l’efficienza energetica promuovendo al tempo stesso lo sviluppo delle fonti rinnovabili.

Grazie alla comunità energetiche rinnovabili come Valore Comunity l’autoconsumo può essere attuato non solo in forma individuale ma anche in forma collettiva (ne parliamo meglio qui). Pensiamo ad esempio ai condomini oppure alle comunità energetiche locali.

Per consentire al sistema elettrico nazionale di funzionare in maniera ottimale, è necessario abbinare l’offerta di energia alla domanda di consumo. Una delle soluzioni per giungere tale obiettivo è sovrapporre la dimensione spaziale individuale a quella collettiva. Ad esempio, facendo coincidere la produzione locale di energia con la domanda del circuito costituito da: casa, condominio e vicinato o azienda-edificio/centro commerciale.

La regolamentazione delle Comunità Energetiche

Le comunità energetiche rinnovabili sono normate sia a livello Europeo che a livello di singoli stati.

Le direttive europee sulle C.E.R.

Nel 2019, l’Unione Europea ha concluso la approvazione del pacchetto legislativo CEP – Clean Energy Package, composto da otto Direttive che regolavano temi energetici. Direttive che sono appositamente volte a mettere in atto quadri giuridici adeguati a consentire la transizione energetica che dovrebbero essere oramai state recepite dagli stati membri.

Gli aspetti di particolare interesse sono due:

  • La Direttiva sulle energie rinnovabili (Direttiva UE 2018/2001), in cui sono riportate le definizioni di autoconsumo collettivo e di Comunità di Energia Rinnovabile (CER),
  • La Direttiva sul mercato interno dell’energia elettrica (Direttiva UE 2019/944) che definisce la Comunità Energetica dei Cittadini (CEC).

L’articolo 21 della Direttiva 2018/2001 definisce l’autoconsumo collettivo realizzato all’interno di un edificio, grazie ad un sistema che fornisce elettricità a più di un consumatore (“uno a molti”). Quando l’autoconsumo collettivo trascende l’ambito di un unico edificio o condominio, siamo di fronte ad una Comunità Energetica Rinnovabile.

Entrambe le Direttive, definiscono la comunità energetica rinnovabile come “un soggetto giuridico” fondato sulla “partecipazione aperta e volontaria”. Lo scopo di questo soggetto non è la generazione di profitti finanziari, ma il raggiungimento di benefici ambientali, economici e sociali per i suoi membri o soci o al territorio in cui opera.

Per questo motivo, non è ammessa la partecipazione alle Comunità Energetiche di aziende del settore energetico (fornitori e ESCO). Questi soggetti possono, invece, prestare servizi di fornitura e di infrastruttura.

La regolamentazione delle Comunità Energetiche in Italia

La regolamentazione della comunità energetica rinnovabile in Italia è contenuta prevalentemente all’interno del Decreto Milleproroghe. E’ tramite questo decreto infatti che vengono recepite le indicazioni della Direttiva Europea “Renewable Energy Directive” o direttiva RED II (clicca qui per approfondire e per scoprire le ultime novità) al cui articolo 42 bis delle suddette direttive viene indicata la vera e propria definizione di Comunità Energetica Rinnovabile.

Il decreto stabilisce di fatto la possibilità di creare delle comunità energetiche rinnovabili in Italia, comunità il cui fine ultimo è quello dell’autoconsumo di energia, sia istantaneo che differito. L‘obiettivo dell’autoconsumo non deve essere quello di fornire profitto a qualcuno, tutt’altro. L’obiettivo dovrebbe essere quello di offrire i benefici della C.E.R. a tutti i suoi membri. La comunità energetica rinnovabile si fonda quindi sul sentimento di collettività dal momento che prevede che ognuno faccia la sua parte per il bene di tutti che però coincide anche con il bene del singolo individuo.

Autoconsumo individuale, autoconsumo collettivo e comunità energetiche

L’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) ha adottato il Testo Integrato sull’Autoconsumo Diffuso (TIAD) il 27 dicembre 2022 (ne parliamo anche qui). L’obiettivo è semplificare e razionalizzare le regole per l’accesso al servizio di autoconsumo, che mira principalmente a ridurre la spesa energetica, ma che è incompatibile con il regime di scambio sul posto.

Il nuovo TIAD individua innanzitutto le differenze fra Autoconsumo individuale, autoconsumo collettivo e comunità energetiche:

  • Gli autoconsumatori individuali a distanza sono quei soggetti che utilizzano energia elettrica autoprodotta per il proprio consumo, ma a distanza dalla fonte di produzione. questo caso, l’autoconsumatore è un singolo soggetto e il consumo è limitato al proprio fabbisogno.
  • Gli autoconsumatori collettivi sono gruppi di soggetti, come condomini o associazioni di cittadini, che decidono di condividere un impianto di produzione di energia elettrica rinnovabile, come un impianto fotovoltaico. In questo caso, il consumo di energia elettrica autoprodotta è limitato alla comunità di appartenenza.
  • Le comunità energetiche sono soggetti costituiti da cittadini, imprese, associazioni e altri enti che condividono uno più impianti di produzione di energia elettrica rinnovabile. La comunità energetica può produrre altre forme di energia da fonti rinnovabili, promuovere interventi di domotica ed efficienza energetica, nonché offrire altri servizi “ancillari”.

perimetri geografici per l’energia elettrica condivisa e per l’autoconsumo

Al di là delle finalità differenti, il principale elemento di discrimine tra le due forme collettive (gruppi di autoconsumatori e comunità energetiche) riguarda la collocazione dei punti di connessione.

Nel caso dell’autoconsumo infatti essi devono essere nel medesimo edificio o condominio. I punti di connessione nel caso delle C.E.R. invece si devono trovare nella medesima zona di mercato.

Viene, quindi, in rilievo l’altro dato delineato dal TIAD ossia i due perimetri geografici:

Diventa quindi possibile creare un unico soggetto giuridico CER per una medesima zona (di mercato) a valere su più cabine primarie. Ciò potrebbe significare vantaggi in termini di semplificazione, gestione e governance della comunità stessa (in ogni caso puoi approfondire l’argomento qui).

Chi può partecipare alle Comunità Energetiche?

Secondo il decreto Mille Proroghe a queste comunità può partecipare chiunque consumi energia. Non solo quindi i possessori di un impianto di produzione dell’energia a fonti rinnovabili ma anche coloro che non ne possiedono uno.

A questo punto è chiaro che possono esistere due tipi di Comunità Energetiche in Italia:

  • energy community many-to-many (tanti a tanti);
  • comunità energetiche one-to-many ovvero di gruppi di autoconsumatori che vivono nello stesso edificio o condominio.

Ovviamente sempre rispettando i limiti territoriali individuati poco fa.

Caratteristiche della Comunità Energetica Rinnovabile

La comunità energetica rinnovabile, per essere tale, deve anche possedere le seguenti caratteristiche:

  1. Essere vincolata da contratti di natura privata per quanto riguarda accordi per la vendita di energia;
  2. Scambiare energia attraverso la rete di distribuzione esistente.

Cosa si deve fare per far parte di una Energy Community?

Se hai intenzione di far parte di una comunità energetica sfruttandone appieno tutti i vantaggi allora il nostro consiglio è quello di installare un impianto fotovoltaico con accumulo. Se invece non hai intenzione di affrontare questo investimento puoi sempre far parte di una comunità energetica come semplice consumer.

Ferma la volontà di far parte di una comunità energetica, puoi rivolgerti a noi di Valore Comunity. La nostra infrastruttura di rete sarà infatti in grado di gestire autonomamente lo scambio di energia fra i membri della comunità monitorando costantemente i consumi e la produzione di energia. In questo modo saremo in grado di applicare le giuste tariffe per il consumo di energia ai membri della comunità. Non preoccuparti della burocrazia, grazie al nostro know-how saremo in grado di gestire tutti i passaggi nel miglior modo e nel minor breve tempo possibile!

Faq sulle comunità energetiche rinnovabili

Abbiamo raccolto alcune delle principali FAQ sulle comunità energetiche rinnovabili qui di seguito. Se ne vuoi leggere di più clicca qui!

Gli incentivi alle comunità energetiche e per i sistemi di accumulo

Per promuovere l’utilizzo di sistemi di accumulo e la coincidenza fra produzione e consumo di energia, lo stato ha stabilito una tariffa d’incentivo, per remunerare l’energia auto-consumata istantaneamente.

Per accedere a questi incentivi, l’impianto in questione deve essere stato installato dopo il 1º marzo 2020. La tariffa d’incentivo, così come definito dal Decreto Legge del 16 settembre 2020, sarà cumulabile con le detrazioni fiscali, anche quelle per l’installazione di impianti fotovoltaici, ove disponibili.

Tale tariffa sarà stabilita in valori differenti, conformemente alla tipologia di ambito di condivisione dell’energia specificato qui di seguito:

  • Energia condivisa nell’ambito dell’autoconsumo collettivo (stesso edificio o condominio): 100 €/MWh;
  • Energia condivisa nell’ambito delle comunità energetiche rinnovabile (stessa cabina elettrica di media/bassa tensione): 110 €/MWh;

La norma prevede anche la restituzione di alcune voci in bolletta a fronte dell’evitata trasmissione dell’energia in rete che questi impianti permettono, oltre la remunerazione dell’energia secondo il Prezzo Zonale Orario.

La somma dei benefici varia dai 150 ai 160 Euro/MWh ossia circa 0,16 cent di Euro ogni kWh immesso nella Comunità Energetica.

Per coloro che invece parteciperanno alla Comunità come consumatori invece, Arera Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente ha definito la restituzione in bolletta di alcuni importi che possiamo quantificare tra gli 8 ed i 10 Cent di Euro per ogni kWh.

I vantaggi di una C.E.R.

Sono molti i vantaggi legati al far parte di una comunità energetica dal momento che possono migliorare il risparmio e l’efficienza energetica di un edificio privato o aziendale. In quest’ultimo contesto, in particolare, un minor costo dell’energia, significa anche dare maggiore competitività alle aziende locali.

Proviamo ad analizzare i vantaggi delle comunità energetiche qui di seguito:

  • Risparmio in bolletta: più energia si auto-consuma e più si riducono i costi della bolletta.
  • Valorizzazione dell’energia prodotta: produrre energia con un impianto fotovoltaico può rappresentare una fonte di guadagno grazie ai meccanismi incentivanti, ovvero lo Scambio sul Posto, il Ritiro Dedicato.
  • Agevolazioni fiscali (detrazioni o superammortamento): per i privati la realizzazione di un impianto fotovoltaico sul tetto di un edificio rientra nell’ambito degli interventi di ristrutturazione edilizia, o di riqualificazione energetica (Ecobonus e Superbonus 110%). Per le imprese invece è previsto il super-ammortamento del 130% del valore dell’investimento.
  • Accesso alle tariffe incentivanti per quella parte di energia che verrà prelevata dalla rete elettrica nazionale (lo vedremo meglio tra poco).
  • Riduzione dell’impatto ambientale: poiché l’energia viene prodotta da fotovoltaico, si evitano le emissioni di CO₂ o di altri gas clima alteranti.

Entra a far parte di Valore Comunity ed inizia a risparmiare!

Valore Comunity, la comunità energetica rinnovabile di Solar Cash srl, nasce proprio per un preciso scopo: quello di offrire ai nostri clienti un’opportunità unica in termini di risparmio sulla propria bolletta dell’energia.

I membri della comunità energetica Valore Comunity possono infatti beneficiare di una tariffa incentivante che cambia in base alla tipologia di soggetto. All’interno di una CER esistono due tipi di membri: i soggetti produttori ed i soggetti consumatori.

I soggetti produttori sono coloro che possiedono un impianto di produzione dell’Energia a Fonti Rinnovabili. Questi soggetti quindi oltre a consumare l’energia che producono, possono anche cedere l’energia prodotta in eccesso. Valore Comunity permette a questi soggetti, nostri clienti, di accedere ad una tariffa incentivante di 16 centesimi di Euro per KW/h.

L’energia prodotta in eccesso viene immessa in rete all’interno della Comunità e quindi è a disposizione dei soggetti Consumatori. Questi sono dei soggetti che non hanno un impianto di produzione dell’energia da fonti rinnovabili e che quindi hanno bisogno di “acquistarla” per soddisfare i propri bisogni energetici. Questi soggetti, grazie a Valore Comunity, avranno accesso ad una tariffa incentivante di 10 centesimi di Euro per KW/h.

Entrando in Valore Comunity non dovrai preoccuparti di nulla. Saremo noi a gestire tutta la contabilità e le questioni amministrative in maniera chiara e trasparente. In questo modo potremo dare forma ai vostri progetti e darvi la possibilità di godere degli incentivi statali. Ogni partecipante riceverà un report mensile ed annuale per consentirvi una verifica di tutte le somme erogate. Ultimo ma non per importanza comunicheremo agli enti competenti mensilmente ed annualmente ogni report o documento indispensabile per mantenere negli anni gli incentivi.

Pertanto…. Cosa aspetti ad entrare a far parte di Valore Comunity? 

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